Nessuno tocchi Callejon!
di Domenico Zaccaria
E’ arrivato a Napoli accolto come una star e l’inizio più che incoraggiante ha fatto il resto: a Napoli ora non si parla che di Gabbiadini. Strana piazza, quella partenopea, capace di esaltarsi e di deprimersi alla velocità della luce e, di conseguenza, di trasformare i propri calciatori da eroi a brocchi nell’arco di poche di partite. Un acquisto senza dubbio azzeccato, quello dell’ex Sampdoria, che ha avuto però l’effetto di far scattare immediatamente il tormentone Callejon: “andrà via a giugno”, “ormai non è più una prima scelta”, “Gabbiadini può tranquillamente sostituirlo” eccetera eccetera. Le due panchine nelle sfide di campionato contro Chievo Verona e Udinese hanno fatto il resto: l’esterno spagnolo viene già considerato alla stregua di un ex, o comunque di un rincalzo di lusso, in nome del “nuovo che avanza”. Niente di più sbagliato: guai a dimenticarci che Callejon ha già segnato 9 reti in 22 partite di campionato, una media da prima punta per un giocatore che non si limita ai compiti offensivi, ma macina chilometri e chilometri sulla fascia; e non può essere un momento di appannamento sotto porta a sminuirne il prezioso lavoro per l’equilibrio, spesso precario, di una squadra come il Napoli che alle volte pare eccessivamente sbilanciata in avanti. Lo si è visto in maniera chiara contro l’Udinese: Gabbiadini è un attaccante adattato sulla fascia che assicura nuove opzioni davanti alla porta avversaria (il movimento sul secondo gol è da centravanti vero che attacca lo spazio) ma che concede inevitabilmente qualcosa in fase di non possesso; sulla sua fascia sono arrivati i pericoli maggiori portati dai friulani e non a caso, dopo “soli” 55 minuti (un record per Benitez) è stato sostituito da Callejon per dare maggiore equilibrio alla squadra. Insomma ben venga Gabbiadini, giovane, italiano, esterno d’attacco molto offensivo e possibile cambio di Higuain; ma nessuno tocchi Callejon: lui a questa squadra serve ancora, eccome se serve.