Napoli-Inter, arbitra Rocchi: il fischietto che sbaglia, si scusa e mette nei guai il suo omonimo
di Francesco Bruno
Non c’è niente da fare, nel Palazzo le pensano tutte per farci intossicare. Prima il balletto tra Casms e Prefettura sulla quasi chiusura, immediatamente trasformatasi in riapertura, del San Paolo in vista di Napoli-Inter. Poi l’arrabbiatura per la solita scandalosa decisione di Tosel sui beceri cori anti-Napoli ascoltati mercoledì sera all’Olimpico durante Lazio-Napoli. Eravamo infine reduci dall’ultima puntata della farsa ducale, a cui almeno il buon DeLa si è sottratto votando contro il piano Tavecchio in assemblea di Lega. Ancora ci stavamo godendo il bel pareggio di mercoledì sera, ed ecco che è arrivata l’ennesima tranvata: stasera a Fuorigrotta arbitrerà Gianluca Rocchi da Firenze. Chi, come me, ha più di quarant’anni ricorderà la pubblicità di un famoso lassativo: “Basta la parola”. Ecco, quando viene designato Rocchi – come anche Mazzoleni –, per me “basta la parola”. Se per quanto riguarda il fischietto bergamasco potranno passare cent’anni, ma il suo nome verrà sempre ricordato per l’infausta direzione della finale di Supercoppa del 2012, per Rocchi non esiste uno specifico episodio clamoroso che il tifoso napoletano racconterà ai figli ancora tra vent’anni e che verrà tramandato di generazione in generazione fino a che esisterà il calcio. Certo, il fuorigioco non fischiato a Llorente in Juve-Napoli del campionato scorso grida ancora vendetta, così come i due rigori assegnati al Milan per dubbi falli di mano nei due scontri diretti del 2008 e del 2011. Ma il bello di Rocchi è che prima o poi tutti hanno di che lamentarsi.
Juventus-Roma dello scorso ottobre è passata alla storia. E’ stato il direttore di gara di Inter-Napoli dell’ottobre 2011 che fece infuriare Moratti al punto da augurarsi “di non vederlo più” perché troppo “scarso”. Ha fatto arrabbiare Mourinho dopo un derby in cui espulse Sneijder e Lucio, e Ibrahimovic ancora oggi non si capacita di quella volta in cui fu espulso all’Olimpico.
Insomma, il nostro è abituato a slalomeggiare tra cadute e risalite e anzi, a differenza dei suoi colleghi, ha l’intelligenza di riconoscere i suoi errori. Dopo un Bologna-Milan di qualche anno fa, in cui assegnò ai rossoneri il solito rigore generoso, chiese scusa a Pioli. Il giorno dopo averne combinate più di Carlo in Francia nella sfida scudetto dello Juventus Stadium con i giallorossi, che gli è costata un mese di stop, ammise al Processo del Lunedì di aver sbagliato. Sarà pure dotato di una lodevole capacità di autocritica, ma i tifosi di tutt’Italia continuano a farsi il sangue amaro. E non solo loro, perché c’è un suo sfortunato omonimo, Gianluca Rocchi da Limite sull’Arno, che ogni volta che il Gianluca Rocchi arbitro scende in campo è costretto a staccare il telefono per evitare di essere subissato di offese e improperi. Tempo fa raccontava alle cronache di averci ormai fatto l’abitudine e che ogni domenica sera, per capire come organizzarsi, gli toccava informarsi su come avesse arbitrato il suo concittadino più famoso. Purtroppo anche noi napoletani ed interisti non possiamo fare altro che rassegnarci: domenica sera, terminato il big match del San Paolo, ci aspetta una lunga notte di moviole, fermi immagine e polemiche.