Manolo Gabbiadini, la semplicità al potere
di Francesco Albanese
Pugni rivolti verso il basso e corsa composta. Così Manolo Gabbiadini ha celebrato la prima rete col Napoli. Un'esultanza quasi sommessa, niente vene al collo, nessuna posa culturista per meglio mostrare l'ultimo tatuaggio. Una semplicità che piace quella di questo ragazzone di Calcinate (Bg) che ricorda un suo compaesano altrettanto essenziale, ma formidabile: Pietro Vierchowod. In realtà a Calcinate è nato pure l'esuberante Fabio Volo, ma questa è un'altra storia. Al Bentegodi Gabbiadini il gol già l'aveva sfiorato nel primo tempo in occasione dell'autorete di Cesar e sempre nella ripresa con quel pregevole gioco al volo concluso con destro respinto da Bizzarri.
L'attesa è durata poco. Nell'azione decisiva si è sottolineata la sua prontezza nello stoppare il pallone e nell'indirizzarlo all'angolino con un tiro millimetrico, quello che non è stato adeguatamente evidenziato è il momento iniziale della rete del 2 a 1. Già perchè chi a centrocampo innesca la manovra sulla sinistra con un'apertura illuminante è lo stesso numero 23. Quindi ricapitolando in una sola azione Gabbiadini ci ha mostrato tutte le sue qualità: visione di gioco, capacità di seguire l'azione, bravura nei movimenti in area e spiccato senso della porta. La giornata perfetta di Gabbiadini si è poi conclusa davanti ai microfoni delle tv. Anche in questo caso nessun proclama, testa bassa e mente concentrata sugli obiettivi di squadra anziché individuali. Una conferma? Leggete il testo del suo tweet a fine gara: "Felice per la vittoria e per il primo gol con la maglia azzurra! Avanti così!"