London Calling

L'angolo di napoletanità verace a Londra non è la tipica catena di pizzeria
  • Di Antonio Moschella

    Dopo Buenos Aires e New York, era d’obbligo una visita al Napoli Club di un’altra megalopoli mondiale: Londra. Il Bar Italia Uno, che in realtà è anche una sorta di salumeria, è il luogo di ritrovo dei cuori napoletani nella capitale inglese. La saletta inferiore è appannaggio esclusivo dei tifosi azzurri, tra cui Gennaro e Marco, che si sono conosciuti in loco e che portano orgogliosi lo striscione, proprio come se andassero in Curva.

    Domenica 26 ottobre c’è il Verona e i ragazzi arrivano poco a poco, quasi all’ultimo, in rigoroso stile inglese. Prima o dopo c’è la classica consumazione di panino o birra, una sorta di biglietto proposto da Felice, l’allegro proprietario del bar che, nonostante sia pugliese, si è lasciato contagiare dalla febbre azzurra. L’ambiente non è mai domo né tantomeno scoraggiato, sebbene il Napoli passi subito in svantaggio. Al pareggio di Hamsik si scuote il vulcano partenopeo e l’intero bar sobbalza su sé stesso, mentre Felice smette di preparare panini e scende ad esultare.

    All’intervallo tengono banco le solite discussioni da tifosi irriducibili. Marco, l’artefice di tutto, ha creato il club ben 5 anni fa, quando il Napoli fece visita al West Ham per un’amichevole estiva. L’anno scorso la sua perseveranza nel contattare la società Calcio Napoli ha permesso a tanti tifosi partenopei residenti in Gran Bretagna di assistere alla trasferta di Swansea in Galles.

    L’inizio del secondo tempo interrompe qualsiasi dialogo o sigaretta di rito, per lasciar spazio al delirio. Hamsik trova il raddoppio e sembra fatta, ma Lopez (il veronese) riporta tutti sulla terra, o meglio lascia riaffiorare bestemmie in vernacoli sconosciuti ai più. Poi esplode Higuain e non c’è più spazio per la rabbia, né la sua né la nostra. Il resto è accademia.

    Appena finita la partita, e sollevato per non aver portato ‘seccia’ con la mia presenza, riesco a conoscere meglio Marco e Gennaro, mentre gli altri se ne vanno lentamente. Il loro entusiasmo riflette la bontà di un progetto semplice ma sano, come quello di Buenos Aires: il loro è un gruppo schietto, aperto e amichevole, dove la passione per il Napoli è la scusa per radunarsi e urlare insieme la loro dedizione all’azzurro.

    Il Napoli Club London rappresenta quell’angolo di napoletanità verace nella grigia capitale inglese, molto più rappresentativo di quelle catene di pizzerie stantie e stilizzate. Insomma, ci siamo capiti...

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