Mercato Napoli, quattro domande ad Aurelio De Laurentiis
di Domenico Zaccaria
Un'altra sessione di calciomercato che si chiude con uno strano mix di delusione e incredulità. Delusione perché, dopo l’ottimo inizio che aveva visto gli arrivi di Reina, Valdifiori e Allan, le strategie azzurre sono state frenate dalla necessità di smaltire i giocatori in esubero senza mai riuscire a imprimere l’accelerata decisiva; incredulità per una rosa che, nonostante i quasi 20 milioni spesi tra acquisti (33) e cessioni (14,5), continua ad apparire incompleta in difesa e a centrocampo, e persino troppo numerosa in attacco. E poi per il clamoroso mancato arrivo di Soriano, che fa il paio con quello altrettanto clamoroso di Astori: di certo non due top player, ma giocatori che avrebbero innalzato il livello medio della squadra. E allora sarebbe il caso, andando oltre la frattura fra “papponisti” e amanti del presidente, di chiedersi il perché di tanto malumore. Magari ponendo a De Laurentiis le domande che molti tifosi si stanno ponendo oggi:
- E’ davvero tutta colpa dei diritti d’immagine? Se sì, sarebbe il caso che De Laurentiis chiarisse una volta per tutte il senso di questa strategia, che fa mettere a bilancio ogni anno pochi milioni di euro ma che in compenso rende ogni trattativa una sorta di Odissea, spesso senza il lieto fine.
- Possibile che l’Inter chiuda 3 acquisti nelle ultime ore, mentre il Napoli non riesca a portare sotto al Vesuvio un giocatore inseguito da un paio di mesi? E che la Roma si liberi in poche ore di due esuberi (Ibarbo e Ljajić) mentre il Napoli continua a tenere in rosa Zuniga ed Henrique?
- E ancora: consapevole delle difficoltà derivanti dalla cessione dei diritti d’immagine e da contratti pieni di clausole e cavilli, possibile che la società si riduca alle ultime ore di mercato per puntellare una rosa chiaramente incompleta?
- Ultimo (ma non ultimo): se davvero il Napoli aveva in cassa i 25 milioni offerti alla Roma per Romagnoli (parola di De Laurentiis) e (pare) i 20 offerti in extremis alla Juve per Rugani, possibile che alla fine non sia arrivato nessuno a puntellare una difesa che continua a fare acqua da tutte le parti? Si è deciso di rimandare a gennaio un acquisto di peso dietro? Ma a gennaio la stagione non rischia di essere già compromessa?
Possibile, evidentemente. E allora, se è giusto criticare chi contesta a priori, chi continua a urlare “Presidente caccia i soldi”, è altrettanto giusto evidenziare che, troppo spesso, il Napoli non spende poco, ma spende male. E segue strategie di mercato (ricordate il progetto di internazionalizzazione da proseguire con Emery e concluso con l’ingaggio di Sarri?) difficili da decifrare, per usare un eufemismo. Ricordate l’acquisto di Albiol, due anni orsono? In quella stessa sessione di mercato la Roma, che a differenza degli azzurri non avrebbe partecipato alla Champions, chiuse alla stessa cifra per Benatia, inseguito per mesi da De Laurentiis: l’ex Udinese fece una grandissima stagione e fu venduto a peso d’oro al Bayern. E che dire di de Vrij, acquistato l’anno scorso dalla Lazio alla stessa cifra di Koulibaly? O di Manolas, costato alla Roma meno del nostro Albiol? Domande, domande e ancora domande: quante ce ne sarebbero! Ma al di là degli interrogativi, basta analizzare lo stato dell’arte: la piazza già contesta, la difesa è praticamente quella dello scorso anno (San Reina a parte), i musi lunghi in rosa abbondano (Gabbiadini e Mertens, tanto per citare i casi più evidenti) e l’impressione netta è che il Napoli abbia almeno 3 squadre nettamente più forti davanti (Roma, Inter e Juventus) e un paio (Milan e Fiorentina) allo stesso livello. Il tutto dopo aver investito 33 milioni sul mercato e avendone lasciati almeno altri 20 in cassa in vista di futuri investimenti. Qualche domanda dovrebbero iniziare a farsela anche in società…