L'albero dei gufi di Verona-Napoli

Ci sono gare in cui le "secciate" sarebbero anche superflue, quella del Bentegodi rientra nel novero.
  • di Lucio Fava Del Piano

    Premessa: ci sono partite che semplicemente non hanno bisogno di gufi. E ci sono partite al termine delle quali non c'è nessuna voglia di commentare, si può solo aspettare la prossima. E ci sono partite che ti fanno passare perfino la voglia di incazzarti. E ci sono partite inspiegabili. Ecco, la partita di ieri rientra in tutte e quattro le categorie. Detto questo, compito di questa rubrica è indagare quelli che ci mettono del loro per aiutare i giocatori del Napoli in quello che purtroppo, a volte, gli riesce benissimo da soli: farci intossicare.

    E quindi non si può non notare come, nei giorni scorsi, ci fossero stati alcuni segnali inequivocabili di quello che stava per succedere. A cominciare dal Roma, che aveva definito i recenti incontri col Verona "nel segno della goleada", ricordando - come anche tuttonapoli, che puntualizzava anche come Mandorlini non avesse mai vinto contro gli azzurri - che nelle ultime 3 partite contro l'Hellas il Napoli aveva segnato 14 gol. Risultato ieri, zero gol, quasi zero tiri in porta e tre punti per Mandorlini.
    Poi c'erano state le statistiche sulle tante vittorie con l'arbitro Banti, l'ultima delle quali proprio contro il Verona, con il risultato che il fischietto livornese ha concesso ai gialloblù (e a Toni in particolare, compreso il primo gol) di picchiare a piacimento e morire per interi quarti d'ora al primo soffio di vento.
     
    Che altro? Ah, Cronache di Napoli che informava come Hamsik fosse a -2 dai 100 gol in carriera, Bortolo Mutti che si aspettava un Napoli "intenso e offensivo" e Nico Penzo che attribuiva al verona "poche chances".
     
    Può bastare? Può bastare.
     

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