L'albero dei gufi di Chievo-Napoli
di Lucio Fava Del Piano
I gufi sono uccelli migratori. Non lo scrive neanche wikipedia, ma invece è così, con i primi freddi migrano verso lidi più temperati. Anche se poi è tutto da dimostrare che luoghi come Milanello o Stamford Bridge godano di temperature più miti del nostro amato golfo, ma tant’è… Insomma, da qualche settimana non si riesce a trovare nessuno che parli con preoccupazione, o almeno con prudenza del Napoli… che ne so, un Gianni Di Marzio che ci spieghi che Koulibaly era disallineato di 15 centimetri sul fuorigioco o un Tascone che ci racconti di come la squadra attuale sarebbe ancora più forte con Mertens terzino destro, Gabbiadini in mediana e Chalobah in porta. Niente di niente, tutti folgorati dal verbo del toscano di Bagnoli, tutti a ragionare intorno a quella-parola-che-non-va-pronunciata-mai, tutti a esaltare quel maestro di calcio che ha restituito a Gonzalone nostro la gioia di giocare a pallone, che ha insegnato i movimenti alla difesa, che ha riportato Marek nel suo ruolo naturale e che tra poco verrà candidato sindaco della città e accreditato di collaborazione nello scioglimento del sangue di San Gennaro. Sembrano passati secoli dai primi giorni di settembre, e invece è storia di neanche due mesi fa. Quando Sarri era la scelta low cost del pappone dalle mani tirate, senza esperienza, senza possibilità, senza futuro. I tempi in cui Cronache di Napoli scriveva all’indomani della partita col Sassuolo che “i ben informati parlano di un mese a disposizione, ma nel caso i risultati non arrivassero subito, il tempo a disposizione di Sarri sarebbe anche meno”. E subito dopo la gara con la Samp rincarava la dose affermando che “le voci di dentro di Castelvolturno raccontano di un Sarri pericolosamente in bilico, e per il quale diventano già decisive le prossime due partite contro Empoli e Lazio”, condendo il tutto con la segnalazione che "i bookmakers quotino l’esonero di Sarri entro Natale a 2,90”. I tempi in cui la Gazzetta scriveva che se De Laurentiis "lascerà solo Sarri davanti alla squadra, il Napoli dovrà cercare un altro allenatore”. La Gazzetta, sì, lo stesso giornale che sabato scorso titolava (titolava!) “Napoli da scu***** e vi spieghiamo perché” (gli asterischi sono nostri, sul giornale rosa la parola era scritta per esteso). I tempi in cui, nella conferenza stampa dopo la vittoria per 5-0 col Bruges, un giornalista si poteva ancora permettere di fare lo spiritoso con una domanda che contemplava la parola esonero. Ecco, adesso quella parola non la nomina più nessuno, tutti a cantare e lodi del nuovo profeta. E come ha detto dopo la vittoria con i pandorini clivensi il direttore del Desk, Gianmaria Roberti, “Sarri si è mangiato il panettone a ottobre”. Sperando che a qualcuno vada un po’ di traverso...