La Playnapolist di Roma-Napoli
di Raffaele Calvanese
Non è facile mettere insieme una playlist per commentare la giornata calcistica. Non è facile per un semplice motivo. Di questa giornata restano in mente molte cose, e di queste, tutte commentare la giornata calcistica. Non è facile per un semplice motivo. Di questa giornata restano in mente molte cose, e di queste, tutte tristi, pochissime sono legate al calcio giocato. Dagli spalti, ai cori, agli striscioni, fino ad arrivare al consueto strascico sui social network, questa giornata è forse una della peggiori che ci è toccato vedere da molti anni, e nonostante il risultato, l’aspetto del calcio giocato è forse il meno peggio.
Pino Daniele - Gesu Gesu
“I nun m’arricord cchiù si stevm buon...” dopo quattro sconfitte fuori casa è dura ricordare come si stava durante i giorni buoni, quelli del ciclo positivo. Poi è pure il sabato di Pasqua e Gesù è sulla bocca di tutti, non sempre per lo stesso motivo. La partita si divide in due, primo tempo apatico con gol della Roma su un episodio. Secondo tempo in mano agli azzurri che però non pungono, un po’ per merito dell’ex DeSanctis un po’ per nostra poca determinazione. Pino comunque resta sempre presente nei nostri cuori e una sua canzone riesce sempre a trovare posto nei cuori e nelle menti a parziale sollievo dalle amarezze della giornata.
Bob Dylan - A Hard rain’s gonna fall
“4 Aprilante, giorni quaranta “ A Roma oggi non pioveva, ma nel resto dell’Italia, Napoli compresa si, e se le tradizioni hanno un senso, lo farà ancora per quaranta giorni. Roma Napoli il 4 aprile è stata dunque foriera di 40 giorni almeno di polemiche e di una pioggia di maldicenze. Subito da i più disparati angoli del tifo si sono levate voci critiche, subito ci sono state iscrizioni al partito dell’esonero di Benitez. La partita è stato un concentrato di situazioni calcistiche e non, e al momento di positivo non si riesce a trovar nulla. Saranno giorni duri, e una dura pioggia sta per abbattersi su tutti noi.
Morcheeba - Roma wasn’t built in a day
Roma non è stata costruita in un giorno, inno alla pazienza, al saper aspettare. Inno al saper procedere passo dopo passo. Roma non è stata costruita in un giorno. Una squadra da scudetto non viene costruita in una stagione. Una cultura sportiva non viene costruita in un solo anno. Un tifo sano non viene creato con una singola legge o con proclami sconclusionati. Un gemellaggio non lo rimetti in piedi in un giorno. Tutte queste cose, la squadra del Napoli, il tifo della Roma, gli sciacalli, i delatori, i fiancheggiatori, quelli che sminuiscono, quelli che non dicono, quelli che non condannano, quelli che lasciano perdere. Tutti questi non li superi in un giorno, nemmeno se quel giorno è Pasqua. Ci vuole olio di gomito, serietà e franchezza. Siamo alla frutta, ma se non lo ammettiamo tutti non possiamo ripartire.
Joy Division - Disorder
“ It's getting faster, moving faster now, it's getting out of hand...” Tutto sembra muoversi più velocemente, pare ci stia sfuggendo di mano. La classifica ci sfugge di mano, la squadra sfugge di mano al mister, il tifo è sempre più diviso. Non è di sicuro uno dei momenti migliori della gestione Benitez. Siamo in piena fase discensionale. Fuori dalla zona champions e con una lenta involuzione tecnica. Calciatori come Callejon non rendono più a dovere, altri come Higuain non sono innescati o messi in condizione di dare quanto potrebbero. L’assenza di Insigne col suo infortunio è pesata molto più di quanto i suoi detrattori si aspettassero. Inspiegabilmente Gabbiadini, che è l’uomo più in forma del momento continua a scaldare la panchina per lunghi tratti. Hamsik nemmeno vive giorni esaltanti. La squadra alla soglia della cinquantesima partita stagionale, forse un record tra quelle di serie A, palesa i limiti di formazione. Non si possono fare le nozze coi fichi secchi, quantomeno in tre competizioni contemporaneamentristi, pochissime sono legate al calcio giocato. Dagli spalti, ai cori, agli striscioni, fino ad arrivare al consueto strascico sui social network, questa giornata è forse una della peggiori che ci è toccato vedere da molti anni, e nonostante il risultato, l’aspetto del calcio giocato è forse il meno peggio.
Manic Street Preachers - If you tolerate this your children will be next
Forse da qualche parte ho letto che chi non denuncia diventa complice. La morte di Ciro Esposito ha creato una voragine di legalità e civiltà nella storia del calcio italiano recente. Molti di quelli avvezzi alle cose di calcio sapevano che dopo sarebbe stato anche peggio. E purtroppo così è stato. I politici hanno fatto quel che gli compete: proclami. I giornali hanno evitato i temi scomodi come la matrice che muove certi personaggi, e in generale la questione è stata derubricata velocemente. Intanto una delle partite di cartello del nostro campionato, ricordiamolo prodotto di consumo e d’esportazione mediatica, viene giocata senza tifosi ospiti. La curva della Roma espone striscioni mossi da una logica di giustizia che è presente solo nella mente di una parte del tifo esaltato ma non viene stigmatizzata da nessuno. Addirittura tocca leggere in curva “Daniele con noi”. Non è da queste pagine che deve essere indicata la strada da seguire, ma di sicuro ci aspettiamo una netta condanna di questi comportamenti. Tollerare oggi ci porterà ad assistere alle stesse situazioni domani. Certi atteggiamenti vanno estirpati, con forza, nettamente, senza esitazioni.