Kung fu Higuaìn
di Francesco Albanese
“Tu gust is megl' che uan” recitava Stefano Accorsi in un fortunato spot anni '80, mutatis mutandis potremmo dire allora che due padri sono meglio di uno. Checché ne pensi mister Family Day, lo strajuventino Mario Adinolfi, che recentemente si è scagliato contro i due papà dell'ultimo episodio della saga Kung Fu Panda, avere l'opportunità di crescere con due padri è privilegio concesso a pochi. Eh sì, caro Mario, sul conto dei due papà sbagli di grosso e te lo dimostra Gonzalo Higuaìn. La rinascita del Pipita è infatti il frutto del talento innato ereditato dal papà biologico Jorge e degli insegnamenti ricevuti dal "genitore" trovato a Napoli nella sua terza stagione in azzurro: Maurizio Sarri. Jorge, meglio noto come Pipa, quando Gonzalo nacque si faceva valere in Francia con la maglia del Brest. A quel tempo, correva l'anno 1987, Maurizio doveva ancora intraprendere la carriera da allenatore, ma il destino già legava quel franco argentino a questo tosco napoletano. Tecnica, cuore, cervello, dalla perfetta combinazione di questi tre elementi nasce il campione: quello che solo quest'anno stiamo ammirando a Napoli in tutto il suo fulgore. Una continuità nelle prestazioni che permette ora ad Higuaìn di giocarsi la Scarpa d'oro con un certo Cristiano Ronaldo, suo antico sodale madrileno. Come non far risalire tutto ciò ai due papà del Pipita? Grazie ai consigli di Jorge e Maurizio adesso Gonzalo può lanciare davvero la sua sfida decisiva, proprio come Il panda Po che è finalmente diventato se stesso e sconfigge il cattivone Kai facendo leva sulll'amore e sul sapere che gli hanno trasmesso i suoi due papà Li Shan e Mr Ping. Juventini avvisati.