Il fiero Kalidou
Di Antonio Moschella
Quando ho visto El Kaddouri districarsi con facilità tra le maglie della nostra difesa, lo confesso, ho avuto paura. Paura di una beffa doppia figlia di una tragicomica messa in scena da un acido destino non pago del già maturato classico gol dell’ex di Quagliarella. Per fortuna c’era lui, Kalidou Koulibaly, a metterci l’ennesima pezza. Perché lui, con tutti i suoi difetti, è quello che più meriti ha in questo traballante Napoli di inizio stagione.
È facile parlare di Callejón o dell’ubiquità di Gargano, ma se davvero si mettono a fuoco le partite degli azzurri, il centrale francese è l’unico che davvero ha palesato propositività in ogni occasione. Ieri ha vestito di nuovo i panni del muro invalicabile di difesa, un reparto nel quale Albiol sembra essere troppo stanco e va avanti con l’esperienza, dove Maggio perde colpi e non sta in linea con i compagni e Zuniga dimostra di essere comunque un fluidificante.
Il buon Kalidou ieri sera si è prodigato anche in attacco, appoggiando l’azione in ripartenza come fanno davvero in pochi oggigiorno, neanche fosse Thiago Silva o Sergio Ramos. Chi non ricorda l’immagine di Genova, quando dopo l’errore di valutazione su Pinilla era cresciuto con autorità fino a resistere a trattenute di maglia che avrebbero fermato un bisonte.
Il carattere c’è, il fisico aiuta. Manca solo affinare leggermente la tecnica per impostare l’azione e potremo finalmente contare su un gigante difensivo a tuttotondo. Il numero 26 azzurro ieri è riuscito dove gli altri hanno fallito: tenere i nervi saldi. Un 2 a 0 avrebbe affossato la squadra. Lui, invece, ci crede sempre.Nelle chiusure, negli anticipi e nei calci d’angolo. E, soprattutto, ci tiene alla maglia. Teniamocelo stretto.