Esonero Benitez? Non ora, non qui
di Francesco Albanese
Quattro ottobre 2009, il triste Napoli di Donadoni cade a Roma sotto i colpi di Francesco Totti e per l'ex tecnico della Nazionale suona il gong dell'ultima ripresa. Scelto più per ragioni di buon vicinato ("con De Laurentiis ci siamo conosciuti grazie a una zia vicina di casa" dichiarò l'allenatore) che per una reale stima tecnica, l'attuale tecnico del Parma mai si adattò alla piazza partenopea o forse è più vero il concetto contrario. Fatto sta che il suo credito si bruciò in pochi mesi e lo sfavillante cammino del successore Mazzarri offuscò non poco reputazione dell'ex ct della nazionale.
Domanda, questo autunno azzurro è paragonabile a quello di cinque anni fa? Allora iniziava il secondo lustro firmato Aurelio e le aspettative non erano certo quelle attuali. Giocare la Champions league era più un'utopia che non una reale prospettiva agonistica. A quel Napoli si chiedeva di sprovincializzarsi, di vincere qualche bella partita in trasferta magari, nulla di più.
Oggi la realtà è decisamente mutata (per fortuna). Il consolidamento mazzarriano, unito al contributo di Benitez, hanno aumentato il rating di una squadra rispettata e conosciuta in tutta Europa. Certo c'è chi continua a snobbare la piazza, preferendo magari lidi più nordici, ma nel complesso il Napoli "tira". Fermo restando che nessun tecnico è indispensabile e che i cambi in corsa talvolta producono risultati strabilianti (Di Matteo docet), abbiamo ragione di ritenere che cambiare guida tecnica ora avrebbe poco senso. Il mercato è chiuso e, a meno che non si voglia fare un'infornata di svincolati, ormai è tardi per riparare le falle emerse in estate. Avanti con Rafa dunque. Tocca a lui, ai suoi collaboratori e soprattutto ai calciatori trovare la forza per rialzare la testa. Non è il momento di improbabili colpi di teatro. Non ora, non qui.