Difendo Sacchi, ma si faccia un ghost writer
di Gianmario Mariniello
Era il nemico. Negli anni '80 fu Arrigo Sacchi a non permettere il trionfo totale del Napoli di Maradona. A maggior ragione l'ho sempre apprezzato. Idee chiare, espresse in modo netto, senza peli sulla lingua. Purtroppo viviamo in un modo politicamente corretto, molto ipocrita, dove - se non utilizzi le formule giuste del linguaggio unico - subito di danno del razzista, dell'omofobo, del fascista e così via.
Purtroppo nel calcio dei Lotito e dei Tavecchio, fare di tutta un'erba un fascio fa comodo agli stranieri e ai nostri soloni del giornalismo (sportivo e non), ma Arrigo Sacchi, dicendo che nei nostri vivai ci sono troppi giocatori di colore, intendeva dire - chi lo segue conosce il suo pensiero, ribadito più volte - che se i vivai puntano tutto sulla fisicità, si perde la cifra tecnica tipica del calcio italiano. E secondo me ha stra-ragione. "Come parla male", avrebbe detto il Napolitano di Crozza. E sul punto non si può obiettare. Insomma, per citare sempre Crozza (opinion maker, ormai...): Arrigo, fatti un ghost writer tutto tuo.
Ah, per le anime belle: nella primavera del Napoli ci sono solo giocatori campani. Razzismo?