Bisogna saper perdere

Sconfitte come quelle di Palermo e di Torino non devono ledere l’armonia dell’ambiente azzurro
  • Di Antonio Moschella

    77% di partite vinte dal 22 dicembre ad oggi. Rafa dixit. Si tratta di una media piuttosto elevata di successi, niente da dire. In effetti, sempre citando il nostro allenatore, perdere con la Juve, a Palermo e a Torino “ci può stare” se giochi su tre fronti e gli endemici problemi difensivi non tendono a scomparire. Ciò che invece non ci può stare, al di là dell’apatia dei nostri attaccanti, è quella tendenza da ‘chiagniazzari’ che impregna corpo e mente della maggior parte dei tifosi dopo una sconfitta. Essere critici con la propria squadra è logico, ma non ci si può sempre buttare giù alla prima difficoltà, né tantomeno indossare una corona d’alloro dopo una vittoria qualsiasi.

    Occorre “equilibrio”, come giustamente professa Benitez, che comunque ha recitato una parte piuttosto anomala domenica sera in diretta tv. Per molti il suo atteggiamento è stato puerile, per altri ermetico, per altri ancora irrispetuoso. Tralasciando la polemica a sé stante con Massimo Mauro, uno che è stato messo lì a bella posta per mettere zizzania e fare audience -non è detto che chi abbia toccato un pallone sappia poi fare delle analisi corrette una volta passato dietro la telecamera - sarebbe d’uopo smettere di recitare l’inutile parte della vittima. C’è bisogno di allontanare quell’alone negativo da provinciali che si lamentano sempre, quantomeno per non dare adito a critiche distruttive che farebbe un Marotta di turno.

    Bisogna saper perdere. È questo il peccato originale di noi napoletani. Benitez è stato imbevuto totalmente dall’unguento della napoletanità tanto da calarsi perfettamente nella parte nel bene e nel male. Mettiamo da parte gli errori. Il passato non serve. Inizia un tour de force dove la condizione psicologica conterà più di quella fisica. Perché imparando a perdere, analizzando gli errori, di conseguenza si impara anche a vincere.

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