Benitez, tu vuoi troppo. Noi vogliamo stringere
di Giulio Spadetta
“Sin prisa pero sin pausa”, la frase che fa palpitare tanti cuori giallocelesti, mi ha sempre lasciato un po' perplesso. Anzi a dirla tutta la frase fa cacare, anche perché è difficilissima da applicare al calcio. Sì, ho capito che questa filosofia doveva rappresentare una doverosa rottura ideologica rispetto a quella fiera delle banalità panchinare, del genere “Le partite apparentemente facili sono le più pericolose”, ma non riesco a capire come fa una squadra a prendersela comoda e nel frattempo a non mollare la presa. Infatti il Napoli finora ha mostrato limiti molto chiari proprio nella gestione delle partite in bilico. In sostanza quando abbassiamo il ritmo prendiamo quasi sempre gol, abbiamo la presunzione di addormentare le partite ma finiamo per addormentarci noi. Ammettiamolo: è successo un po' troppo spesso, anche nel corso di partite poi vinte. E' vero, in campo ci sono pure gli altri, ma questo Napoli molte volte è sembrato un pugile che mette al tappeto l'avversario e poi gli tende la mano per aiutarlo a rialzarsi. Vuol dire che il “sin pausa” proprio non ci entra in testa.
Forse per riuscire ad applicare correttamente questa visione del gioco occorrerebbero piedi ancora più sapienti, in grado di nascondere davvero il pallone agli avversari. O forse servono semplicemente giocatori più riposati, perché ovviamente i tanti impegni tolgono lucidità. Sta di fatto però che la continuità è sconosciuta a questa squadra, sia all'interno dei 90 minuti che nell'ambito della stagione. Manca la velocità di crociera, insomma. Siamo più sprinter che podisti, quel passo rotondo e continuo del maratoneta di classe proprio non riusciamo ad averlo, e questa carenza in campionato diventa un bel problema, trattandosi di una gara di fondo. Invece, tolti i primi due mesi, abbiamo avuto finora un percorso a singhiozzo, fatto di vittorie convincenti seguite da partite balbettanti o mal interpretate. Però se perdiamo punti con le piccole, poi dovremmo almeno castigare le grandi, invece stiamo ancora pensando alle sfide perse negli Olimpici di Roma e Torino.
No, non voglio fare sfascismo, voglio solo segnalarvi la vera frase epigrafica pronunciata dall'allenatore del Napoli Rafael Benitez (a proposito: e basta con Rafa, Rafeluccio, Filuccio e Papeluccio, manco fosse vostro zio). Insomma, la frase è questa: “Va bene, ma potrebbe andare meglio”. Bravo Benitez, con sei parole hai messo un bel punto di chiarezza, hai detto che la stagione è soddisfacente ma si poteva perdere qualche punto in meno. Sai, Rafael, il calcio italiano non è abituato alla franchezza. E per finire, avrei anch'io una frase da dire. E la dico a costo di farmi insultare da tutto il popolo gialloceleste. La mia frase è: Lasciamo perdere l'Europa League. Se potessi, scriverei questa frase in caratteri piccoli piccoli, ma poi chi è che ha ancora una lente d'ingrandimento sulla scrivania? Insomma sarò vigliacco, anti-sportivo, pessimista, però mi metto paura che per inseguire tutto restiamo senza niente e passiamo un'estate di merda. Già così, in attesa del preliminare di Champions, si preannuncia uno psicodramma.