Napoli e Cagliari, due tifoserie nemiche. Per colpa di Fonseca?

Ecco come, prima di un Cagliari-Roma, scoprì che nell’isola i supporters azzurri sono i più odiati di Italia. Colpa del famoso spareggio con il Piacenza al San Paolo, ma non solo…
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    di Domenico Zaccaria

    “Sei del Napoli? Allora è meglio se dici che sei della Roma!”. Peccato però che, da residente nella Capitale, stavo comprando i biglietti per Cagliari-Roma. Fu così, nel marzo del 2008, che compresi quanto è profonda l’antipatia che i tifosi isolani nutrono nei confronti di quelli partenopei. Sì, dai fatti del famoso Piacenza-Cagliari, lo spareggio per restare in serie A giocato al San Paolo durante il quale i tifosi azzurri si schierarono apertamente contro i rossoblù, qualcosa avevo sentito. Ma la frase del titolare della biglietteria cagliaritana mi aprì un mondo. Io, romano e tifoso del Napoli, vivevo a Cagliari per lavoro; degli amici di fede giallorossa sarebbero venuti a trovarmi proprio nel fine settimana in cui era in programma Cagliari-Roma. Così decidemmo di andare a comprare i biglietti per la curva sud, quella meno “calda” del Sant’Elia. D’altronde, tutto era molto più agevole di oggi: non c’erano ancora né tessere del tifoso, né limitazioni territoriali. Mentre acquistavamo i biglietti, accortosi del nostro accento romano, il titolare della biglietteria ci disse di stare attenti. “Pensi, io non sono nemmeno della Roma, sono del Napoli”, gli risposi. “Allora è meglio se dici che sei della Roma”, fu la risposta. Già, a Cagliari quella contro gli azzurri è vissuta come la partita dell’anno. I motivi profondi di tale astio, a dire il vero, non sono riuscito a spiegarmeli fino in fondo nei 9 mesi vissuti in Sardegna. E’ vero, quel Piacenza-Cagliari del 1997 giocata al San Paolo non è mai andata giù ai tifosi sardi, che si aspettavano dai supporters azzurri un atteggiamento quantomeno neutrale; la sconfitta per 3-1, peraltro, li condannò alla retrocessione in serie B. Ma i primi attriti fra tifoserie che, fino ad allora, si erano praticamente ignorate, risalgono a qualche anno prima, e precisamente al 1992. Il passaggio di Fonseca al Napoli fu mal digerito dalla piazza rossoblù, che l’anno successivo accolse l’attaccante uruguagio con fischi e insulti; lui, da buon sudamericano, reagì con un gesto dell’ombrello rivolto alla curva dopo un suo gol. Ne seguì un vero e proprio putiferio, con gli ultras azzurri schierati in difesa del proprio calciatore e (pare) un non proprio amichevole “accompagnamento” di quelli rossoblù nella strada verso il porto, a fine partita. Che vi ricorda? Già, il famoso gestaccio di Bagni verso la curva sud che, secondo la leggenda, sancì la fine del gemellaggio tra Roma e Napoli. Ma come spiegò benissimo Errico Novi su questo sito, anche in quel caso la vicenda appare poco chiara…

     

     

     

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