Partenopei ovunque, ma chiediamo rispetto
di Nello Del Gatto
“Abbiamo i tifosi migliori al mondo”. Così qualche giorno fa De Laurentis, visitando gli studi Rai. Forse la dichiarazione del presidente era sincera, forse era stata fatta apposta per chiudere la polemica seguita all’aggressione che il presidente aveva fatto ad un tifoso, che non aveva detto niente di male, al termine della partita persa con il Parma. Non entro nella faccenda, ognuno ha la sua idea. Ritengo De Laurentiis un ottimo imprenditore che difetta di umiltà e spesso di educazione. Ma sono giudizi personali. Il caso mi ha però fatto riflettere sul ruolo del tifoso per il Napoli. Come qualcuno saprà, la mia fede azzurra mi porta ad alzarmi di notte qui in Cina per vedere le partite a causa del fuso orario. Ho fondato il Club Napoli India “Ciuccio Sacro” nel 2004 e poi nel 2010 il Club Napoli Cina “Diego Armando Maradona”. Entrambi iscritti all’Associazione Italiana Napoli Club. E qui finisce il mio rapporto con il Napoli. Già perchè pare che noi per il Napoli non esistiamo. Sarà la mia esperienza, sarà che forse sto antipatico, sta di fatto che io, ovviamente non parlo per me ma per il club, non ho mai ricevuto nessun tipo di attenzione dalla società. Intendiamoci: non cerco abbonamenti, biglietti o altro. Ma almeno il segno che per loro esista, che il mio sacrificio di alzarmi di notte e di urlare Forza Napoli in mezzo ai cinesi, di esporre la bandiera del Napoli alla porta nonostante il divieto della polizia locale, mi porti (oltre che alla galera) anche ad una sorta di riconoscenza da parte della società. Riconoscenza, in senso epistemologico (si può dire in un blog di tifosi di calcio?) non ricompensa: ciò essere riconosciuti, un segno che dica “so che ci siete, ci fa piacere che continuate a seguirci, se possiamo aiutarvi in qualche cosa, fate pure”. Le occasioni non sono mancate: quando il Napoli ha giocato la Supercoppa italiana a Pechino, a casa nostra, siamo entrati in contatto con la società. Risultato: nessun cenno, nessuna possibilità di organizzare qualcosa, nessuna possibilità di incontrare i giocatori. Niente di niente. Avevamo proposto di acquistare magliette, bandiere e altro materiale (sfruttando i bassi costi cinesi) per colorare d’azzurro lo stadio distribuendoli a cinesi da invitare allo stadio. Non se ne fece nulla. Lo fecero invece i nostri avversari, che comprarono i biglietti per tanti cinesi a cui diedero le magliette con quei colori orribili. Non riuscimmo neanche ad ottenere di poter acquistare biglietti in posti vicini così da mettere uno striscione. Passa qualche anno e organizziamo a Shanghai la settimana di Napoli a Shanghai. Evento a cui hanno partecipato oltre 30.000 cinesi, con aziende napoletane di ogni settore, con manifestazioni culturali , musicali, artistiche e imprenditoriali sulle prime pagine dei giornali di qui. Ma il Napoli, niente, neanche una maglietta. Viene il presidente in Cina almeno due volte, ma non incontra il club. Chiediamo un aiuto per vedere le partite. Qui siamo costretti a farlo su internet, attraverso i siti pirata, perchè la tv cinese non le trasmette, se non una/due a campionato. Sky e Mediaset non si prendono e i loro programmi online non funzionano. La nostra proposta era: tu Napoli in qualche modo ci permetti di vedere le partite su internet e noi siamo disposti anche a pagare un abbonamento. Sapevamo che l’argomento economico poteva essere d’aiuto, ma niente. E’ stata fatta una edizione cinese del sito, ma non siamo stati interessati neanche nella sua diffusione, che poi è l’unica arma che c’è per farla conoscere qui. Eppure, senza voler offendere nessuno o fare paragoni, i soci del nostro club qui, a parte me ignorante e presuntuoso giornalista, rappresentano il meglio dell’Italia all’estero: diplomatici, presidenti di enti, presidenti e amministratori delegati di importanti aziende, avvocati, consulenti, manager di grandi aziende italiane e di multinazionali straniere, imprenditori, ristoratori. Insomma, qualcuno che avrebbe le capacità di fare qualcosa. Due volte siamo andati a CastelVolturno, grazie alla mediazione del presidente dell’Aicn, a portare un logo del Napoli fatto in seta pura. Non ne abbiamo ricavato nulla, neanche una spilletta. Oggi leggo sul Mattino che DeLa ha ospitato per la partita con la Lazio i responsabili del club di New York. Club che non vedo neanche nell’elenco di quelli iscritti all’Aicn, ma non conta. L’importante è il segno del forse cambio di mentalità. Il Napoli, tra le grandi squadre italiane (per non parlare delle straniere) , è l’unica a non avere sul sito, e quindi a non averlo proprio, un network che leghi i vari club del mondo. A dire il vero non ce l’ha neanche per i club italiani, il tutto è demandato all’Aicn che comunque non è la società. Sul sito del Napoli c’è una sezione dedicata ai fan (non ai tifosi…), ma vi siete iscritti? Io si, non ho mai ricevuto nulla. Spesso mi arrivano mail di gente in passaggio per la Cina che mi cheide come vedere le partite. Mi trovano su internet, non attraverso il sito del Napoli. Qualcuno mi ha trovato anche grazie agli articoli scritti su questo sito, nato anche per mettere i tifosi in giro per il mondo in contatto. Fatevi un giro sul sito di Juve, Inter e Milan, per non parlare del Manchester: ci trovate sezioni dedicate ai club nel mondo, con tanto di riferimenti e contatti. Noi invece pare non esistiamo per la società. Forse “i migliori del mondo” non siamo realmente noi.