Il ritorno di Extravascio
di Manfredi "Freddy" Adams
Accuminciammo buono. Prima del campionato ‘o Napule si presenta col vestito da sera. Per vivere una stagione insieme, il primo appuntamento adda essere nu poco speciale, o no?... Ma ‘o Napule nuosto nun se presenta cu ‘na veste nova. È comme a ‘na femmena sempe bella ma cu ‘na vesta sciupata. Il calciomercato non ha portato nulla di nuovo, a parte Koulibaly, che dentro al “vascio” già chiammano simpaticamente: “Che liquirì!” (che liquirizia! - dal colore della sua pelle). Insomma, c’è lo spareggio per entrare nella Coppa dei Campioni e non poteva capitarci ‘na squadra cchiù tosta di questa spagnola capitata a noi. Spagnola….Basca, per essere precisi! Sissignore, pure si sta a la Spagna, a Bilbao sono Baschi, hanno un senso di appartenenza ed un orgoglio legato alle proprie radici che rispetto a nnuie Napulitane già per questo dovrebbero vincere 10-0. Anzi 10-1. Il nostro “1” è quello che sta venendo fuori ultimamente da quando stiamo scoprendo la VERA Storia d’Italia, e sta partendo proprio da Napoli, nonostante una massa insospettabile di persone ancora dia credito alla favoletta che i “Piemuntisi” sono scesi al Sud (del quale non conoscevano nemmeno il mare e i nomi delle città) per liberarci e che Garibaldi era biondo e bello ed eroe. Questa consapevolezza sta aumentando anche tra i Napoletani, quella di appartenere ad un popolo unico, generoso, faticatore (altrimenti non emigrerebbero a migliaia ogni anno) ed appassionato. La stessa consapevolezza che ci fa vedere l’annessione all’Italia come un fatto drammatico perché da Capitale Europea fino al 1861 siamo diventati, grazie alle politiche a favore di una sola parte del territorio, Capitale della Munnezza e dei Rifiuti tossici. Un tempo eravamo popolo, oggi sembriamo persi nella ricerca delle nostre radici e della nostra identità, ma non tutto è perduto. ‘O ddico sempe, se ci comportiamo più da Napoletani ci riappropriamo delle nostre cose. Dall’amore per la nostra città alla valorizzazione della nostra cultura, dalla qualità delle nostre virtù alla consapevolezza del nostro ingegno verace. No, nun ve facite cunfonnere da chi ce vo’ male… Napoletani non significa gentaglia! Quello viene detto da chi teme il nostro riscatto. Se tutti uniti, come storicamente è successo, noi sappiamo venir fuori da ogni situazione. A Napule c’è tanta gente perbene, professionisti, grandi lavoratori, gioventù cosciente nè più e né meno di altrove. Secondo le statistiche stiamo retrocedendo nelle classifiche delle città violente e pericolose, il turista viene e si trova benissimo, anche se talvolta munito di una buona dose di pregiudizio. Ci tengo a sta cosa.
L’estate mi è piaciuta, non troppo caldo, abbiamo girato un po’, siamo stati da mio figlio al norde ma pareva marzo, e turnati a Napule giusto a tiempo per parlare della prima partita, cosa che a me e a tutto il “vascio” risulta molto cara. È passata Donna Lucia con la sua amica Palma. Erano abbastanza ‘ntussecate perché nun songo riuscite a truvà ‘o biglietto pe’ ‘a partita. <<Che vvuò fa, Donna Lucì>> le ho detto, <<io sono tanti anni ca nun vaco a vedé ‘na partita.>> Mi diverto a commentarla cu’ ll’amice, anche se il loro disfattismo, quando le cose vanno malamente, nun me trova d’accordo.
Mò la partita contro al Bilbao è andata come è andata, pareggio si ma stretto! La nostra squadra ha regalato parecchi jucature al Mondiale e la preparazione ne ha risentito. I Baschi sembravano più freschi ma quando sono calati noi avimmo meritato ‘e vencere ‘a partita. E non si fischia nu jucatore che indossa la maglia del Napoli! Che gioisce e soffre quanto noi per la propria squadra! Vulesse vedé a ognuno ‘e lloro che ha fischiato, se ‘ncoppa ‘a fatica, mentre svolgono il proprio lavoro, si nun hanno mai sbagliato quacche volta… A nu figlio sì, ce vonno ‘e pacchere… ma non sempre! Quando sbaglia ci vuole pure incoraggiamento, mostrargli fiducia. Trattiamolo come figlio nuosto, è pure napulitano!
Adesso animo! Andiamocelo a giocare questo ritorno all’inviolabile stadio dell’Atletico Bilbao! Nun ce sconfortammo, niente è perduto! Calma e gesso, noi siamo il Napoli! Non ce avvilimmo accussì ampresso, tutti quelli scesi in campo sembrano avere a cuore le sorti della propria squadra, anche Gargano (migliore in campo) che, a detta di tutti, andò via da Napoli contento di approdare all’Inter. Crediamoci pure nuie!!