La calda estate in cui arrivò Maradona
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di Ivan Cappuccio
Ci eravamo salvati grazie ai rigori di Moreno Ferrario procurati dal nostro trottolino caprese Costanzo Celestini, che nelle ultime giornate della stagione 83/84 scambiò le aree di rigore avversarie per la spiaggia della sua Marina Piccola. Venivamo da un campionato mediocre, ma la nota passione che ci ha sempre contraddistinto chiedeva giorni migliori. L'estate era arrivata calda, molto calda e col mese di giugno iniziò a diffondersi la notizia che il Napoli stava trattando addirittura Diego Armando Maradona. Nessuno di noi all'inizio credette possibile tale acquisto, ma il nostro dirigente Totonno Juliano, nonché capitano storico, era stato visto diverse volte a Barcellona proprio per trattare il Pibe. Su quelle ore sono stati scritti fiumi di inchiostro tra leggende e verità , ma l'ambiente e le emozioni vissute in quella torrida estate del 1984 resteranno nella memoria di ogni tifoso.
Non c'erano ancora i telefonini, non c'era internet e i social network, per cui le notizie sulla trattativa le avevamo esclusivamente dai giornali e dalle televisioni locali. C'era Telelibera 63 che con la sua striscia quotidiana "Notte Sport" ci aggiornava quotidianamente sullo stato delle cose con il suo giovane inviato Pier Paolo Paoletti e diffondeva sempre le stesse immagini: quelle del Pibe che si allenava con la maglia del Barça nel Camp Nou vuoto. Non paghi delle notizie della tv, ogni notte salivamo sui motorini e correvamo verso Via Chiatamone sotto la sede de "Il Mattino" per avere le ultimissime da qualche giornalista ancor meglio informato prima che il giornale andasse in stampa.
Tutto il mese fu vissuto così, in attesa di una segnale dalla Catalogna. La città ormai era in preda ad un'ossessione: il Pibe doveva arrivare all'ombra del Vesuvio. In ogni angolo di strada iniziarono a spuntare bancarelle che vendevano poster, magliette e parrucche e nell'aria si ascoltava solo una canzone:
Ma ancora non l'avevamo acquistato, incredibile. Noi adolescenti nella notte partenopea sognavamo a bordo dei motorini quello che i nostri padri aspettavano da 60 anni. Si respirava nell'aria qualcosa di grande, quel ragazzo di Buenos Aires poteva renderci felice... Lo sentivamo, quello era il momento giusto. Napoli era pronta, prontissima, avevamo bisogno di un condottiero che ci trascinasse verso la gloria e nei suoi sette anni di regno lo fece alla grande.
Il 30 Giugno il mercato avrebbe chiuso e con esso anche la telenovela estenuante col rimbalzo di notizie da Barcellona. Il giorno prima sembrava che tutto fosse saltato e addirittura alcuni giornali titolarono che il Napoli aveva rinunciato a Maradona e aveva preso il messicano dell'Atletico Madrid Hugo Sanchez. La svolta finale arrivò la notte del 30 giugno all'ultimo secondo utile prima della chiusura del mercato. Io ricordo che già alle 21 sotto la redazione de "Il Mattino", dove ormai eravamo in migliaia in trepida attesa, le notizie erano sempre più incoraggianti. Appena si ebbe l'ufficialità, la città scoppiò in una festa senza precedenti. Per strada non si capì più nulla: bandiere, trombe, gente ebbra di gioia, una vera festa popolare. Ricordo di persone anziane, molto anziane, vestite di azzurro con la parrucca di Maradona, bambini volare in cielo per la gioia dei papà. Il popolo era felice. Stentavo a crederci, Lui il Pibe, era nostro.
Adesso bisognava accoglierlo nella migliore maniera possibile, facendogli sentire tutto il calore che solo noi napoletani sappiamo dare. L'appuntamento era per giovedì 5 Luglio 1984 alle 18.30 al San Paolo. Pagammo solo 1000 lire in Curva A per abbracciarlo. Noi, i Blue Lions, lo accogliemmo con uno striscione semplice e ruspante, un misto di spagnolo e portoghese: "Bienvenido Maradona O Rey".
Senza esagerare, io non so e non potrò mai sapere cosa vissero gli abitanti di Betlemme 2015 anni fa ma qualcosa mi fa pensare che noi napoletani in quei giorni di giugno vivemmo le loro stesse emozioni.
Il Messia aveva scelto Napoli.
Da allora, chiunque mi chiede cos'è per te Maradona? Rispondo semplicemente così: un sentimento!