Dieci cose che ho capito dei tifosi napoletani grazie a Rafa Benitez

Perché nella nostra splendida città saliamo sul carro del vincitore quando va in retromarcia e su quello dello sconfitto quando ancora corre spedito.
  • di Boris Sollazzo

    Napoli, mi hai fatto arrabbiare Don Rafé. E dire che il nostro di pazienza ne ha tanta: come si spiega altrimenti la sua olimpica resistenza alle tante fesserie di chi scrive e parla di Napoli? Me compreso, sia chiaro.
    E ci sono almeno una decina di cose che ho capito di noi grazie a lui

    1. I tifosi godono per 10 anni, dopo aver nuotato nel letame. Un bel giorno decidono di essere diventati il Real Madrid e chi non è d'accordo con loro è un pappone o un papponista. Sorridono, perché hanno ragione: quest'anno abbiamo sbagliato il mercato (anzi, il mercato l'abbiamo fatto solo in uscita) e soffriamo. In meno di 400 minuti la colpa diventa di Benitez. E i contestatori, con questo voltafaccia all'allenatore che individuavano come garante del progetto, diventano, forse, burattini del loro peggior nemico. Ora fan finta di niente: tre vittorie, con lo stesso identico Napoli nel bene e nel male, servono ad ammutolirne il vigliacchissimo sdegno.

    2. Dall'inizio dell'anno non sono pochi i tifosi azzurri che tifano contro la squadra. E dopo Sassuolo era comico guardare i neosupporters di Paolo Cannavaro e Zaza delusi e gli "indecisi" che subito cercavano di risalire sul carro del vincitore. Per non parlare dell'Hamsik Day a Bratislava o delle lacrime di Insigne che mata il Toro.
    Senza neanche capire che quel carro è, evidentemente, ancora scassatissimo. Oppure gli ultimi 10 minuti al Mapei Stadium li abbiamo giocati contro il Real Madrid? E il Toro era l'Ajax e Quagliarella Van Basten? E lo Slovan era l'Ujpest di Puskas?

    3. Lo sapevate che Benitez non ha capito il calcio italiano? Vuole fare gioco laddove funziona solo il contropiede, pretende rispetto dai giornalisti e si stupisce della loro modesta competenza, ama usare l'ironia con gli addetti ai lavori e si azzarda a rimproverare i tifosi che non stanno abbastanza vicino alla squadra.
    Ecco Don Rafé, fammi il favore: continua a non capire del nostro calcio. Altrimenti dovresti spiegarci perché ci facciamo governare da Tavecchio e Lotito, per dire. O perché non ti abbiamo mai visto suonare un violino, neanche quando ti hanno scippato partite e stagioni.

    4. Un'altra cosa avvilente di queste settimane è il confronto con la Roma. Una cosa mi chiedo, però: come avrebbe preso il nostro tifo illuminato il triennio grottesco fatto di fallimenti e umiliazioni precedente ai miracoli firmati da Garcia e Sabatini? E cosa sarebbe successo se dopo l'ultima umiliazione - che ne so, perdere una coppa Italia contro la Juve (Stabia, peró) -, se su quelle macerie ci avessero schifato gli allenatori di mezza Italia e mezza Europa e avessimo ingaggiato uno sconosciuto guru della provincia transalpina? Lo so, è troppo facile.

    5. Se Kalidou è forte è solo merito del gran Koulibaly che si ritrovano Bigon e Benitez. Se Michu è un gatto morto è tutta colpa della loro incompetenza. Se Gargano risorge e sembra un fiume in piena impetuoso e inarrestabile, è colpa degli altri che sono scarsi e gli chiediamo comunque di togliersi la maglia, se Lopez non è poi così male nessuno ricorda, tra i giornalisti, di avergli chiesto chi fosse, schernendolo. Il tifo napoletano ha la squisita abitudine dei due pesi e delle due misure: a Insigne non si perdona nulla, a un Mertens che finora ha azzeccato 20 minuti con il Bilbao e la partita contro lo Sparta Praga, non si fa pesare nulla.

    6. Uno spunto per le curve del San Paolo. Walter Gargano viene fischiato - sempre meno, per fortuna - per aver detto che da piccolo prendeva l'Inter alla Playstation. Dunque, il nostro è un classe 1984 e di famiglia non era particolarmente abbiente. Presumibilmente la consolle l'avrà accattata già adolescente, con i primi soldi da baby calciatore. Diciamo a 14-15 anni? Ecco, noi eravamo in B in quei tempi e ai giochi di pallone della Play, FIFA in testa (che ora ha il Pipita in copertina), il Napoli, semplicemente, non c'era. Vi dirò una cosa: nell'Inter allora c'erano Zamorano, Ronaldo e Djiorkaeff. Pure io, se ci giocavo, la prendevo spesso. Ma a Subbuteo tenevo sempre i miei azzurri del 1986/87, dipinti a mano.

    7. Quagliarella a terra in area. Quagliarella che protesta. Quagliarella indisponente e irritante. Quagliarella che fa una magia e poi sparisce. Quagliarella che dice di amare Napoli e poi le volta le spalle con un tuffo da antologia. Quagliarella che segna, non esulta, poi perde.
    Oh, avrà cambiato maglia ma al San Paolo Fabio da Castellammare offre sempre le stesse prestazioni. Ah no, perché stavolta il Napoli ha vinto.

    8. Benitez dice a tutti che riparte e va in vacanza dalla famiglia Liverpool durante la sosta, perché siamo una società seria, mica una squadretta amatoriale. Difende la sua scelta passata e presente. Con orgoglio e intelligenza. Sfida tifosi e giornalistucoli. Poi, zitto zitto, rimane e tira a lucido i superstiti delle convocazioni nelle varie nazionali. Ed è contagioso: pure Gargano rimane e dice no alla maglia uruguagia. Ma continuiamo pure a criticarli entrambi, che noi siam più furbi.

    9. Raul Albiol. L'avevamo lasciato Krol, l'abbiamo ritrovato Prunier. Gioca così male che contro il Torino c'era chi al San Paolo chiedeva di ridurre la porta azzurra come si fa quando si gioca a portieri volanti (Rafael non è mai dove dovrebbe essere: in panchina) e per di più con un solo difensore (Koulibaly il grande). Dopo aver messo uno zaino tra i due pali, si è cominciato a rimpiangere Britos, assente. E lì tutti ci siamo guardati preoccupati: se a Napoli non sei felice dell'assenza di Miguel Angel, vuol dire che le cose stan messe davvero maluccio. Mi ha ricordato quando non volevo che vendessero Inacio Pià. Brutto periodo, me ne vergogno. Ma ne sono uscito, ho smesso.

    10. Ora, se siamo seri, andiamoci in tanti a Inter-Napoli. Che se la giochiamo come una finale capace che prendiamo due piccioni con una fava. Mi chiedo solo per chi tiferanno i nostalgici papponisti militanti. Magari lo leggeró su Tuttosport.
     

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