Hamsik è il primo mitteleuropeo con la saudade, ricorda Ramon Diaz
di Errico Novi
REINA – Pjanic ha segnato alla Maradona, vero. E infatti Pepe ricorda un portiere con la mano sempre, inutilmente protesa sui tiri di Diego: GIOVANNI GALLI
MAGGIO – Poteva andare peggio. GONZALO MARTINEZ
ALBIOL – Non sa dove mettere le mani. NELA (che a Napoli giocava solo da libero)
BRITOS – Dà per la prima volta l’impressione di esserci al cento per cento, e che ti capita? La spalla: questa è proprio sfiga. COLONNESE
MESTO – Commovente, si adatta proprio a tutto. LUCENTI
BEHRAMI – Dichiarazione a fine partita: “Ho detto ai ragazzi nello spogliatoio: se ci comportiamo sempre così ce la giocheremo fino alla fine”. Merita un bacio in fronte solo per questo. VINAZZANI
INLER – Sul momento migliore del Napoli sparacchia la palla due volte da fuori, e ci spezza le gambe. Merita un pacchero solo per questo. RASTELLI
CALLEJON – Dategli una cosa che gli gira ancora la testa. CRISCIMANNI
HAMSIK – Signori, il primo mitteleuropeo con la saudade. RAMON DIAZ
INSIGNE – Ancora non mi ricordo una sua partita, pure di quelle sfigate, giocata come l’Hamsik di questo periodo. SCHWOCH
PANDEV – Tiene tanta classe, ma come dicono gli psicologi comportamentalisti, gli manca la cazzimma. STELLONE
CANNAVARO – Ci mancava l’autogol ed era un capolavoro. FERRARIO (quello di Napoli-Perugia 0-1 dell’80/81)
HIGUAIN – Però è elegante quando cammina. ARISTOTELES (licenza poetica suggerita dai germani Novi, Alessandro e Vittorio, che rilevano una specifica analogia tra il nostro Pipita e “Arì-Arì” che affligge il povero Canà: «Nun me sento de jugar, mìsteer...»)
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