Le pagelle di Roma-Napoli 1-4

Da tre anni vinciamo sempre nella capitale, sponda biancazzurra e giallorossa. Questo per ricordare a chi si lamenta spesso che siamo una grande e lo dimostriamo da tempo. Soprattutto non perdendo punti contro le piccole, come oggi
  • di Boris Sollazzo

    Meret 5,5: nel giorno del trionfo, Alex è inusualmente timido, apparentemente deconcentrato, poco reattivo. Sbaglia un'uscita su un cross di Dzeko lasciando Fazio da solo, sulla traversa di Cristante concede un tap-in per una respinta centrale e imprudente, non comunica la sicurezza a cui siamo abituati e sull'azione del rigore esce rovinosamente e deve ringraziare Rui di averla già toccata di mano. Può succedere, meglio che accada in partite così in cui la prestazione opaca non incide sulla conquista dei tre punti. 
    Malex.

    Hjsay 6: nel primo tempo se la cava, nel secondo si concede un paio dei disimpegni dei suoi che solo una Roma al rallentatore può non sfruttare. Di sicuro il terzino difensivo, con questo Napoli a trazione anteriore, serve. Certo, quando lo vediamo uscire per infortunio non è che ci mettiamo le mani nei capelli. Ma si vede che il rinnovo è a un passo, dall'impegno, la corsa e una concentrazione maggiore del solito.
    Inter, cascaci.

    Koulibaly 7: è la dimostrazione fisica della supremazia partenopea in campo. Quelle rare volte che la Roma riesce a realizzare una trama di gioco decente o minimamente pericolosa, lui la sventa con irrisoria e irridente facilità. Ci voleva visto che con i giallorossi non sempre aveva mostrato il meglio di sé. Nella settimana in cui il Real lo ha fatto diventare un uomo copertina (su As, per l'incontro tra il suo procuratore e Perez), lui mostra di essere l'unico vero top player in campo.
    Kalidou palle così.

    Maksimovic 6,5: si prende i suoi rischi e in uno di questi manda a sperdere Zaniolo, a cui viene risparmiato un giallo. Prende un'ammonizione evitabile, ma nel complesso mostra di poter fare il centrale difensivo titolare quando non piomba nelle sue inspiegabili amnesie. Con Koulibaly si trova sempre meglio e con questa forma c'è da sperare di vedere la difesa della Champions contro l'Arsenal. Oggi lo aiutano Shick e Dzeko, ottimi compagni di reparto.
    Altro che Nicolò, basta Nikola.

    Mario Rui 6: la sua ex squadra, la Roma, lo manda in confusione. In attacco si rende ridicolo con un dribbling in cui si manda a terra da solo, poi al 47' regala letteralmente un rigore ai giallorossi. Sembrano tornare gli spettri del 2-4 della scorsa stagione al San Paolo, poi però fa partire con bello stile e una buona intuizione l'azione dell'1-2 e si merita una sufficienza d'incoraggiamento. Va bene così, ma dal Belgio ci rimandino Ghoulam al 100%.
    Mario Fui.

    Callejon 6,5: nel primo tempo decide che i contropiedi più o meno golosi che arrivano sul suo piede debbano finire regolarmente con un suo tiro sbilenco sulla schiena di un'avversario. Poi anche grazie a Olsen può mettere in cascina l'assist per Mertens e da quando la partita è in discesa è il solito metronomo tattico. Contro una Rometta così, riesce anche a tirare il fiato.
    Il profeta José.

    Ruiz 7: è tornato. Il tuttocampista che ha incantato il campionato italiano e l'Europa, il ragazzino pieno di tecnica e vigoria oggi forse si è preso le chiavi del reparto. Va detto che ha moltissimo spazio - De Rossi è troppo acciaccato, Nzonzi troppo lento, Cristante troppo svogliato per pressarlo - ma oggi fa tutto: verticalizza, dribbla (stava per fare un eurogol dopo aver ubriacato mezza Roma), si inserisce, corre bene con la palla e ancora meglio senza. Una partita perfetta, sottolineata da quella scorribanda sulla sinistra che poi finisce con l'assist per l'1-3 di Verdi. Una di quelle cose che quando le fa Bernardeschi si urla al Pallone d'Oro. Ora però deve far vedere queste doti anche contro le big.
    La perla di Fabian.

    Allan 6: ha giocato bene, ma contro una Roma così molle e lenta appare ancora distratto, non sempre in palla, impreciso. Tra il Psg e le convocazioni nella nazionale verdeoro (anche dopo la prima aveva avuto una flessione) a volte hai paura che lui possa prendere sotto gamba questo finale di stagione. A parole dice di voler rimanere e allora torni il leone che conosciamo. Ci serve disperatamente se vogliamo far diventare una grande stagione eccezionale. In fondo è un centrocampista da 100 milioni di euro, no?
    Torna loco, Loqueiro.

    Verdi 8: era la partita che ci aspettavamo da lui. E di oggi più del gol, più dell'assist geniale per Milik, abbiamo amato, sullo 0-1, un ritorno in difesa con tanto di intervento risolutivo a ridosso della propria area. Che fosse tecnicamente fortissimo lo abbiamo sempre saputo, ma quel modo di entrare in campo molle e a volte irritante era la colpa che gli si imputava. Quando decide di giocare risolve le partite, come successo a Torino e a Roma, appunto. Metti in crisi Carletto, Simone.
    L'amico geniale.

    Milik 7,5: si conferma il bomber che segna solo contro le piccole. Detto questo, lo stop di tacco e la fucilata sotto la traversa è una di quelle cose che ci hanno fatto vedere Ibra, Drogba e pochi altri. Ma voi continuate a discutere il centravanti con la media minuti/reti più alta di tutta la serie A (Younes escluso, ovvio), uno che ha segnato più di Cristiano Ronaldo e Quagliarella su azione, uno che ha una percentuale di errore bassissima. Fatelo, che lui nel frattempo continua a segnare. Ci piace pure quando spende un giallo per evitare un contropiede. 
    Bomber o non Bomber, noi abbiamo vinto a Roma.

    Mertens 7: Ciro è tornato. E' un regista offensivo sopraffino, mette Verdi davanti alla porta con una facilità che hanno solo i campioni e poi segna il gol più facile della carriera, ma provi chiunque a comparire davanti alla linea di porta sfuggendo alla guardia di Manolas senza essere un mago. Dries è ancora un patrimonio di carattere, tecnica, fantasia e talento - non solo realizzativo - troppo necessario a questo Napoli. I cinesi se vogliono un azzurro si prendano Hjsay.
    Poteva finire solo 1-4. con un 14 così (cit. Francesco Albanese).

    Malcuit 6: non fa danni e se non avesse svirgolato spazzando un rinvio, non avremmo vissuto lo stop a seguire di tacco di Ounas, una di quelle cose che non vedevamo da tempi che non possiamo citare.

    Ounas 7: entra e prende due metri al diretto avversario, palla al piede. Poi salva dal fallo laterale una palla impossibile con un tacco di Allah, infine prova una serpentina delle sue (troppo ostinata, quindi). I mezzi tecnici di Adam fanno paura, ma deve giocare come ha fatto dopo lo stop a seguire, guardando i compagni. Lì dopo la magia libera d'esterno un compagno e quasi porta al quarto gol. Se Carletto gli insegna che si gioca in 11, sorrideremo parecchio.

    Younes 7: entra per ultimo e segna il poker, di tecnica (grande stop di petto), di tigna e di opportunismo. Due gol in due gare, per uno che era un Ufo fino a poche settimane fa. E invece il 34 ci sta ricordando perché qualche anno fa Mané faceva la panca dietro di lui.

    Carlo Ancelotti 7: un tempo finire una partita all'Olimpico con Ounas e Younes come esterni d'attacco ci avrebbe fatto venire un infarto. Ora ci sembra la cosa più normale del mondo. Non ha guarito il Napoli dal vizio di non chiudere la partita, ma gli ha dato una mentalità per cui non molla mai e sa sempre come reagire, non solo con i titolarissimi (oggi hanno segnato tre giocatori che hanno iniziato il campionato dalla panchina). Pagheremmo per sapere che cosa ha detto ai suoi ragazzi alla fine del primo tempo, dopo quel rigore sanguinoso. Bravo a far rimanere concentrati gli azzurri in questo momento così privo di motivazioni e contro una piccola. Certo è stato un po' crudele farne quattro alla squadra che aveva detto "sarebbe stata l'unica se fossi tornato ad allenare in Italia". Forse è per questo che non ha provato a portare a casa il 7-1.
     

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