Le pagelle di Parma-Napoli 0-4
di Boris Sollazzo
Meret 6,5: continua a dimostrarsi un giovane campione. Il Napoli con lui ancora una volta si ritrova la porta imbattuta e non è un caso: rimane inoperoso per un'ora, poi toglie dall'incrocio un gran tiro di Gervinho, dimostrando una tenuta mentale e fisica di alto livello, da numero uno vero. I grandi portieri delle grandi squadre fanno così: prendono il sole e poi prendono quell'unico pallone che devono.
Com'è profondo il Meret.
Malcuit 6,5: meritava di più, ma nel secondo tempo per stanchezza e troppa sicurezza sbaglia troppo, rigore poi tolto dal Var compreso. Che abbia mezzi straordinari è vero, ora però dobbiamo imparare bene a domarli. Kevin ha bisogno di migliorare in quei dettagli (cross alti, fase difensiva soprattutto nella corsa all'indietro, tattica) in cui si vede il grande giocatore. Siamo sulla buona strada.
Un Malcuit necessario.
Koulibaly 7: sta diventando irritante. Per gli altri, però. Lo capisci dal fatto che di fronte a lui molti avversari sbagliano da soli per paura, una sorta di resa involontaria. Gli altri fanno grandi cose e poi si ritrovano l'azione strozzata dalla sconvolgente naturalezza con cui Kalidou si erge come diga insormontabile davanti alla porta. La paura è che ormai la seria A per lui sia poco allenante.
Kalidou, con la Juve pensaci tu.
Maksimovic 6: se la cava, non sbaglia, si fa male. Va pure detto che nel suo ruolo anche Luperto non si fa notare. Nel senso buono.
Attenzione, caduta Maksimovic.
Hjsay 7: forse abbiamo sempre sbagliato, ha ragione il buon Dario Manna con cui ho visto la partita a casa di un amico comune, il grande regista Vincenzo Marra. Noi Elseid lo sottovalutiamo. Ma pure lui si sopravvaluta, visto che neanche lui sapeva di essere un terzino sinistro. Si concede un colpo di tacco, una chiusura difensiva di alto livello e quell'esterno con cui libera Zielinski per il primo gol. Forse non ha sbagliato sport, ma solo fascia.
Me lo ricordavo diverso Ghoulam.
Callejon 6,5: è come la fotosintesi clorofilliana, prende il peggio delle partite e lo trasforma in qualcosa di positivo, come gli alberi fanno con l'anidride carbonica tramutandola in ossigeno. Si concede anche un tiro dalla distanza di ottima fattura, fuori di un nulla. E José è il nostro albero: necessario per sopravvivere, sempre lì, in campo, non lo noti perché lo dai per scontato. Ma se non ci fosse ti sentiresti soffocare.
Real José.
Fabian Ruiz 6: un po' meglio rispetto alle ultime partite, ma continua a soffrire il nuovo ruolo. Gli avversari lo sanno e non gli danno tregua: qui è bravo a cercare posizione e palla dove può e a sbagliare meno. Il sospetto che lì sia sprecato, però, rimane forte.
E' Ruiz o non è Ruiz. Certo che è Ruiz.
Allan 7: il gladiatore continua il suo percorso di risalita dopo il breve declino post trattativa col PSG. Alla fine si concede anche un elastico irriverente, che quasi fa scattare una rissa. Una di quelle cattiverie tecniche alla Omar Sivori che fanno parte di quelle malizie che il Napoli deve tirar fuori. Quando gioca così, vale per tre.
El Toro Loqueiro.
Zielinski 7,5: senza Marek non ha più paura, sa di avere il posto assicurato e che finirà poco in panchina. E sembra un altro: segna un gran gol, inventa così bene e così tanto che a volte i compagni (e in particolare Milik, polacco come lui ma oggi non troppo in sintonia con Piotr) non lo capiscono. Continua così ragazzo, ma non spegnerti sempre nel secondo tempo, abbiamo bisogno di te per 90 minuti. A cominciare dal 3 marzo.
Il Zielu in una stanza.
Milik 7,5: se segni una doppietta, decisiva, hai sempre ragione. Sbaglia molti movimenti, un paio di tiri, poi però mette dentro una punizione furba e precisa e chiude la partita con un tiro dei suoi, fingendo di non vedere Mertens, forse non ricordando che Dries contro l'Empoli gli regalò un assist per farlo bloccare, rinunciando a un gol. I veri bomber sono così: egoisti, con un piede implacabile e spesso capaci di giocare male e decidere le partite. Bene così.
Quattordici gol. Ora però dai una mano al 14.
Mertens 6: gioca meglio delle ultime settimane. All'inizio ci delizia con uno slalom gigante dei suoi, si sacrifica e gioca abbastanza bene. Ha un paio di occasioni per sbloccarsi ma davanti alla porta sembra aver perso ispirazione. Lo capisci quando, per disperazione, ci prova pure di punta.
Il belga deve tornare la bestia. Magari la prossima settimana?
Luperto 6: bravo Carletto a farlo entrare nonostante il rientro di Chiriches. Il ragazzo è la cartina di tornasole di una gestione dello spogliatoio esemplare: a costo di rischiare, Ancelotti rispetta le gerarchie e gli fa giocare un tempo in un momento della stagione difficile, così come fece in Napoli-Milan. E lui cresce e diventa sempre più una riserva importante.
Verdi 5,5: entra di nuovo con una sufficienza insopportabile. E persino in una partita decisiva non sa farsi valere. E vedere.
Ounas 7: il gol è meno banale di quello che sembra. Partecipa attivamente all'azione più bella della partita e la chiude con decisione e tecnica. I mezzi ce l'ha, Carlo lo sta facendo diventare un giocatore vero.
Ancelotti 7: ha gli stessi punti del primo Napoli di Sarri, quello che sfiorò lo scudetto negato da Zaza. Usa tutta la rosa, la usa bene e trova goleada e bel gioco nel momento più asfittico della sua gestione. E non era facile, perché le motivazioni in questo campionato farsa sono davvero difficili da trovare. Continuare a criticarlo vuol dire capire poco di pallone, ma anche di uomini. Ora sarebbe bello che i suoi lo accontentassero e diventassero cattivi ed efficaci come l'Atletico Madrid, come lui ha confessato a Il Napolista. Intanto la punizione di Milik, la finezza cattivella di Allan e quell'egoismo di Milik - si era lamentato che i nostri attaccanti fossero troppo altruisti - dimostrano che ci sta provando.
Carlo, che nome meraviglioso (questa è per gli amici intimi).