Fermate il calciomercato!
È pieno calcio mercato. I dubbi e lo scetticismo in casa nostra, in casa Napoli; la disperazione dei tifosi della Juve, manco avessero venduto Pogba; le follie milionarie delle Merengues; i mega acquisti di Chelsea, Barcellona e Psg.
In realtà, per queste ultime squadre trattasi di acquisti importanti, mirati (forse Barcellona a parte) a conseguire gli obiettivi stagionali, trasferimenti ancora umani, certo notevoli, ma un tempo ordinari anche in casa nostra.
Oggi, invece, in casa nostra assistiamo a sacralizzazioni di personaggi dubbi, egocentrici, che incentrano e concentrano tutto intorno alla loro figura, ovviamente scaricando responsabilità di eventuali fallimenti alle società in cui lavorano, agli arbitri o al fato. Allenatori che erano a casa, senza panchina, ai quali è stata offerta un'opportunità, ai quali è stata affidata una squadra con attorno una struttura, uomini, dirigenti, esperti di marketing e comunicazione trattati come cenci. Paragonati ad un ristorante da 10 euro. Diciamoci la verità: Conte non è altro che un Mazzarri che ha avuto la fortuna di allenare la Juve in luogo del Napoli e dunque ha avuto la possibilità di vincere e fare "hose straordinarie". Non a caso, anche lui si è ispirato a quel famoso detto "quando il gioco si fa duro i Mazzarri cominciano a scappare". E infatti è fuggito; perché i fatturati, gli investimenti, gli arbitri. A seconda della situazione, anche lui come il toscano, ha sempre avuto la scusa pronta. Due cafoni di paese.
È per questo che io auguro ai tifosi juventini (oh, quanto mi costa!) di arrivare almeno in semifinale di Champions League. Per ristabilire i valori, per rimettere Conte ai bordi del villaggio. Un po' come è capitato a noi, una volta partito Mazzarri: abbiamo messo ordine, abbiamo capito quanto valesse Mazzarri e quanto vale invece il patrimonio Napoli in tutte le sue risorse, dal presidente ai magazzinieri. Perché come dice Benitez, non è un allenatore ad essere garanzia di una squadra, bensì i giocatori che scendono in campo. Sono loro a fare la differenza. E invece mi tocca di assistere ad una settimana di telenovela per la partenza di Gesù di Lecce.
Per fortuna c'è chi sta peggio: i tifosi del Real Madrid. Sì, loro, capitanati dal quotidiano Marca che ieri ha presentato l'ennesimo acquisto milionario James Rodriguez chiosando con qualcosa tipo "adesso il Real può sognare!". Già, ma sognare cosa? Hanno appena conquistato la Decima, riacciuffando la finale all'ultimo minuto per poi stravincerla nei supplementari, con un epilogo che se lo avessero proposto a Sylvester Stallone in "Fuga per la vittoria" avrebbe guardato Pelé e il resto del cast esclamando: "No dai, raga, facciamola più credibile la fine, così è troppo. Facciamo che io paro un rigore e poi fuggiamo tutti". E invece i tifosi del Real Madrid sono pronti a sognare, oramai hanno perso il contatto non solo con la realtà, ma anche col surreale. Non riescono nemmeno più a capire cosa significhi davvero sognare. È per questo che ci tengo ad invitare tutti loro, insieme alla redazione di Marca, a casa mia per una partita del Napoli; anche una semplice partita di coppa Italia, un Napoli - Lazio come quello dello scorso anno. Ci terrei a far vedere loro cosa succede nel salotto dei miei quando Higuain segna l'uno a zero stiracchiato di tacco, di stringa, di suola: magari si ricorderebbero nuovamente che cosa significa e di che materia sono fatti i sogni.
Quelli veri.