di Alessio Capone
Considerato che ancora non hanno scelto il nuovo ct della nazionale italiana, dal momento che tutto è possibile, a scanso di equivoci, vi dico perché Mazzarri non può allenare la nostra nazionale.
- perché poi ci direbbe che non riesce ad allenare bene per via degli impegni dei club che gli portano via i giocatori dalla nazionale.
- perché non potrebbe appellarsi al monte ingaggi in caso di sconfitta.
- perché convocherebbe 18 giocatori che "di più un i riesco a gestire" e non ci sarebbe verso di fargli capire che ne deve convocare 23 per regolamento.
- perché i prossimi mondiali saranno in Russia e lui risponderebbe "non la conosco" e non si presenterebbe.
- (presa da qualche amico sul web, non ricordo chi) perché manderebbe Verratti a giocare col Montenegro e Insigne con la Slovacchia perché sono giovani e devono crescere.
- perché non ci sarebbe modo di fargli capire che no, Zuniga e Behrami non li può convocare.
- perché in caso di sconfitta con la Germania ci direbbe "noi si deve crescere, un lo vedete lo spread?".
- perché in caso di vittoria con la Germania ci direbbe "noi s'è fatto un miraholo, un dimentichiamosci che loro producono la golf e noi al massimo la cinquecento".
- perché farebbe giocare le qualificazioni agli under 21 per risparmiare i titolarissimi e farli giocare nel mondiale e rischieremmo così di non qualificarci nemmeno.
- perché se non riuscissimo a qualificarci ci direbbe "un dimentichiamoci che questa squadra nel girone in Brasile ha fatto solo tre punti e noi nelle qualificazioni si è fatto ben 19 punti in più e noi si è cresciuti".
- perché se Mazzarri allenasse l'Italia tiferemmo tutti per il Canada.
- perché non si presenterebbe mai alle conferenze stampa e dovremmo sucarci Buffon "il filosofo", come lo chiama mia mamma.
E, infine, perché Mazzarri è il classico italiano che non si prende responsabilità (anzi, le scarica su altri), sputa nel piatto in cui mangia e scappa come un pentito. E per una volta vorrei un Uomo in panchina a rappresentarmi, uno che se anche si perde lo fa con una certa dignità. Se proprio devo perdere, lo voglio fare bene, come il Brasile. Sì, come il Brasile, una squadra tenuta unita a fine partita dal suo allenatore nel cerchio di centrocampo, anche dopo una sconfitta dolorosa e clamorosa, ma ancora lì, tutti insieme, a prendere fischi, a piangere, senza senatori o presunti tali che scaricano compagni di squadra. Nulla di particolare, per carità. Semplicemente una squadra, fino all'ultimo secondo, insieme anche nella sconfitta.