La sfida di Quartograd
di Francesco Albanese
In queste ore l'Italia calcistica ha scoperto il Nuovo Quarto per la legalità, la società dilettantistica sorta sulle ceneri di un club sequestrato alla camorra.
La Nazionale di Prandelli allenandosi su questo campo ha così voluto lanciare un forte messaggio in favore della legalità. La storia ha però un altro risvolto che ExtraNapoli vi vuole raccontare. Nello stesso stadio della stessa cittadina dell'hinterland napoletano gioca anche un'altra società dilettantistica: il Quartograd.
La squadra è nata nel giugno del 2012, un anno dopo ha già fatto il salto di categoria (dalla terza alla seconda). Quando il Quartograd scende in campo lo stadio si riempie fino all'inverosimile. La convivenza con i più blasonati cugini del Nuovo Quarto per la legalità (campionato di Eccellenza) talvolta è stata occasione per alcuni contrasti. "Siamo due rette parallele che non si incontreranno mai" dicono quelli del Quartograd e questa è la loro storia così come ce la racconta l'allenatore/dirigente Fabio Amazzini.
Come e quando nasce il progetto Quartograd?
La data ufficiale è il 26 giugno del 2012, in realtà già dal 2010 alcuni di noi avevano promosso un torneo di calcio amatoriale antifascista ed anti razzista. Nella testa di tanti ragazzi del paese era esplosa l'esigenza di fare sport popolare, in modo da aggregare e condividere la passione comune per il gioco del calcio. La rabbia dei ragazzi del nostro territorio era tanta, perchè erano costretti a cercare altrove gli spazi per praticare dello sport. Fare il "salto di qualità" per noi non è stato semplice. Avvertivamo la contraddizione di chi si trova a combattere una battaglia contro il calcio moderno e che allo stesso tempo è costretto a confrontarsi con la rigida burocrazia derivante dall'adesione ad una federazione sportiva. Il nome poi, non c'è bisogno di dirlo, esprime la nostra chiara origine politica.
Che cosa intendete dire con lo slogan "il calcio che vogliamo ce lo riprendiamo"?
Per noi il calcio è una forma di rivalsa che però negli ultimi anni si è fatto troppo corrompere dallo show business. Noi siamo un'associazione senza scopo di lucro. Tutto è deciso da un gruppo di gestione. Un collettivo super partes composto da rappresentanti dei giocatori, dei dirigenti, dello staff tecnico e dei tifosi. Ogni componente è essenziale, per esempio la tifoseria organizza le cene di autofinanziamento (l'iscrizione al campionato costa 4000 euro ndr).
Un progetto vincente a giudicare dai risultati.
E' vero al primo colpo abbiamo centrato la promozione in seconda categoria, chiudendo il campionato imbattuti. Possiamo contare su una qualità tecnica alta. Molti dei nostri ragazzi avevano già avuto altre esperienze calcistiche che poi avevano abbandonato perchè magari si sentivano ingabbiati. L'età media è di 24-25 anni, ma stiamo inserendo giocatori anche del '94. '95 e '96.
Che posto è Quarto?
In poche parole è difficile descrivere Quarto. La chiamano città perchè ha 40mila abitanti, ma per noi è il nostro paese. Una realtà che vive tutti i problemi della periferia napoletana e che negli ultimi anni l'Italia ha conosciuto soprattutto per l'emergenza rifiuti e per le infiltrazioni camorristiche che hanno condotto allo scioglimento del Comune.
La vostra vocazione antirazzista è risaputa, dunque concordavate con i provvedimenti di chiusura degli stadi?
Come potevamo essere contrari? Va detto però che nello specifico il rischio di strumentalizzazione è altissimo. Non crediamo al razzismo allo stadio. Chi mette in atto simili comportamenti riceve un'ingiustificata visibiltà dai media, quando in realtà gli scopi che queste realtà di pseudo tifosi vogliono raggiungere sono sicuramente altri.
Siete tutti tifosi del Napoli?
Purtroppo no. Io sono un accanito tifoso azzurro, ma tra i giocatori non manca qualche pecora (bianco) nera. Nello spogliatoio viviamo una sana rivalità. In ogni caso con i ragazzi juventini sono stato chiaro: non c'è allenamento quando il Napoli gioca in Champions. Quindi, se la domenica vogliono scendere in campo, devono necessariamente rinunciare a guardare la Juve quando è impegnata in mezzo alla settimana. Sono stato irremovibile.