Chi ha paura di Napoli?
di Alessandro De Simone
È tutto così assurdo che è persino difficile cercare di mettere in fila le cretinate che si sono dette e scritte negli ultimi giorni, da quel 3 maggio che verrà ricordato come la pagina più vergognosa del calcio italiano. Perché? Per colpa dei napoletani. Ovviamente adesso come adesso non sovviene l’assedio degno del miglior John Carpenter che la tifoseria laziale fece alla città di Roma per l’uccisione di Gabriele Sandri. Una metropoli in scacco, un quartiere intero, il Flaminio, occupato da migliaia di facinorosi (che è sinonimo di imbecilli) convinti che la giustizia fosse riposta nelle loro teste bacate. Ma no. Quel giorno di grande civiltà non è venuto in mente a nessuno. Tutti hanno però ricordato del tragico derby siciliano che portò alla morte di Raciti, celerino caduto nell’adempimento del suo dovere, per quanto allucinante sia che il lavoro di un tutore delle forze dell’ordine sia non far ammazzare tra loro centinaia di dementi che pensano che il calcio sia una proiezione moderna dei tornei medievali. Ma in effetti, non si è ricordata la pagina di cronaca, se n’è fatta più una questione di look, grazie alla maglietta indossata da Genny a carogn’. Il primo DASPO per oltraggio al colore, citando Michael Douglas da Chorus Line. Potrei ricordare molte altre cose, mi limito a una serie di numeri e lascio a voi lettori la sciarada: 29 – 05 – 1985 – 39 – 32. Risolvetela e scoprirete cosa vuol dire davvero non vergognarsi. Adesso, la questione messa in fila è semplice. Hamsik è stato costretto dalla società calcio Napoli a esporsi nei confronti di una tifoseria violenta, assicurando che si sarebbe assunto lui la responsabilità di quanto successo. Così riporta un fantomatico resoconto di un addetto della Lega presente al colloquio tra Marek e Genny. Colloquio a cui, le immagini lo documentano, era presente anche un altro elemento della SSC Napoli, tal Riccardo Bigon, direttore sportivo della società, a riprova che il Capitano non è stato mandato allo sbaraglio.
In effetti, questa ricostruzione è stata smentita anche dai più alti vertici dello Stato, ma da più parti rimbalzano voci sul fatto che Hamsik a Napoli sia ormai un capitolo chiuso e che l’Inter sia la sua prossima meta, nuovamente alla corte di Mazzarri. Il che al momento vorrebbe dire che Hamsik si prenderà un anno sabatico insieme al suo ex allenatore. Il Napoli ha vinto la Coppa Italia, ma tiene banco il fatto di dove non giocare la Supercoppa Italiana, perché se il Napoli torna a Roma chissà che succede. E lo stesso dicasi per l’ultima di campionato, che si vorrebbe far disputare a porte chiuse, perché se i veronesi vanno a Napoli chissà che succede. Volete sapere che succede? Niente. A meno che Gastone e i suoi amici non vogliano farsi una gita fuori porta. Una cosa curiosa: Vincenzo Montella, napoletano allenatore della Fiorentina, in due giorni è andato contro, con grande ironia che gli fa grandissimo onore, la sua tifoseria e il suo presidente. Segno di una grande consapevolezza, delle sue origini e del suo talento. Allo stesso tempo, il pubblico di Napoli si è stretto attorno alla squadra e a Ciro Esposito con il calore, la dignità e la civiltà che solo chi è di Napoli e ama la sua terra sa fare. Le conclusioni da trarre sono semplici. Non è Genny ‘a Carogn’ a fare paura. È un posto magico fatto di gente eccezionale che per decenni hanno cercato di fare diventare l’Inferno italiano a fare paura. È la consapevolezza che se un giorno il Vesuvio si risveglierà non lo farà a suon di lapilli e lava, ma di voglia di cacciare la munnezza, quella vera, da Spaccanapoli, Mergellina e Chiaia e dimostrare al mondo intero di che pasta è fatta questa cultura. Quella di cui tutta l’Italia si è riempita la bocca negli ultimi due mesi. Perché Paolo Sorrentino è napoletano. E se ancora non avete capito come ha trattato Roma, siete più imbecilli di Gastone.