Higuaìn tra gol, assist e rincorse
di Antonio Moschella
L’immagine di Napoli-Swansea, almeno secondo il mio modesto parere, è quella di Gonzalo Higuain che esulta da solo al gol di Inler. La sofferenza finiva e si aprivano per gli azzurri le porte degli ottavi. E lui era lì, a godersi un trionfo vinto con il sangue, nel quale ai punti gli azzurri avrebbero sicuramente meritato di perdere, messi sotto quasi sempre da un avversario che non percepiva minimamente il timore del San Paolo.
Lui, che non è un contropiedista, ha messo il turbo dopo 90 minuti. Sembrava che il suo rivale gli avesse preso il tempo, e invece Gonzalo temporeggiava e dava il la all’azione del terzo gol. In precedenza, come nel baby futbol argentino, dove si è formato, aveva fiutato la palla in area piccola e aveva riportato la qualificazione a casa, con tutta la cazzimma riposta nel suo collo piede. Ancora prima aveva innescato Insigne con un colpo di testa all’indietro, manco avesse gli occhi sulla nuca. E allora perdiamogli quel gol sbagliato a porta quasi vuota e anche quello sullo 0 a 0, quando i fantasmi del tiro a giro aleggiavano anche su di lui.
Perché il calcio a volte è crudele, ma al contempo ripaga le grandi prestazioni. Lo Swansea avrebbe meritato di passare come squadra, ma a volte poter disporre di un eccellente centravanti nonché rifinitore, è sufficiente. Da quando è arrivato l’argentino ha consolato pian piano tutti i nostalgici di Cavani, prendendosi sulle spalle la squadra nei momenti più critici. I numeri sono chiari: 21 gol e 11 assist tra campionato e coppe lasciano intendere quanto l’argentino sia incisivo nell’attacco azzurro, che è entrato in 32 dei 72 gol realizzati dalla squadra. Dati eccellenti, corroborati anche dal fatto che, tranne in tre partite finite in pareggio, ogni qual volta il Pipita ha centrato il bersaglio gli azzurri hanno sempre vinto, come ieri sera.
La sua abnegazione nel muoversi tra le linee, dettare passaggi, permettere gli inserimenti di centrocampisti e esterni e nel farsi trovare pronto in area non ha eguali. Altruista ed efficace, sa che la squadra deve fare ancora un passo in avanti, ma continua a lavorare per sé e per gli altri. Higuain è la punta di un diamante ancora grezzo, che deve essere smussato a dovere per puntare in alto. Lottare per l’Europa League non sarà un obiettivo nobile alla stregua della Champions, ma è dalla voglia di vincere ogni incontro che si palpita il valore di un vero campione. E il Pipita, lo è.