di Antonio Moschella
Le notti stellate possono essere quelle del soffitto del mondo d'estate o quelle ritratte da Vincent Van Gogh. O possono avere le sembianze di una trasferta matta. Perché è anche di questo che vive un tifoso, specialmente se è del Napoli. Diciamoci la verità, sulla carta affrontare il Real Madrid è da sfigati, da Fantozzi, da Pasqualino passaguai, dato che a bocce ferme il valore e il curriculum dell'avversario sono di un altro pianeta. Eppure chi non vorrebbe corroborarsi di una dose potente di adrenalina vedendo un Hamsik scolpito che calca il Bernabéu quasi dieci anni dopo la sua presentazione da bambino stordito in una polemica Castelvolturno?
I sondaggi, i pronostici e le varie statistiche che fioriranno in questi oltre due mesi che ci separano dal momento in cui una carovana azzurra invaderà il quartiere di Chamartín e dintorni li possiamo lasciare a chi di dovere. Cinque anni più tardi il Napoli torna a giocarsi un ottavo di Champions League da sfavorito, perché il salotto buono dell'Europa non è teatro per scugnizzi, ma ci andrà con la sbruffonaggine e la faccia tosta proprio di quello scugnizzo irriverente che prova a fare la festa ai nobili. In più, in uno scenario forse unico al mondo, un colosseo dedicato al calcio compatto e tambureggiante, dove però i tifosi, come tutti quelli del G8 europeo, possono solamente prendere lezioni da chi ha sofferto anni di stenti senza mai far mancare il proprio sostegno.
Al di là del facile presupposto secondo il quale non si ha nulla da perdere, questa doppia sfida con i campioni d'Europa in carica, dove milita l'attuale Pallone d'oro, sarà uno scalino importante nella crescita psicologica del Napoli.Salirlo o inciampare dipenderà da tanti fattori. Per adesso iniziamo a fregarci le mani. La partita dell'anno sta per arrivare, sottoforma di un'adrenalina Real.