Un'aria strana a Roma
di Lucio Fava Del Piano
Stamattina a Roma c’era un’aria strana. Le prime avvisaglie le ho avute uscendo di casa e cogliendo qualche parola scambiata dagli operai di una nota multiutility capitolina che giravano intorno ai loro attrezzi senza decidersi a scaricarli per iniziare il lavoro. La stessa sensazione l’ho ritrovata nei saluti frettolosi dei papà che mollavano i bambini a scuola prima di andare nei rispettivi luoghi di lavoro. Infine l’ho percepita chiaramente al bar, luogo d’elezione per le chiacchiere calcistiche da lunedì mattina, dove si attaccava a ogni frase come la schiuma del cappuccino. Stamattina a Roma c’era un’aria strana. Sarà perché nel weekend doveva piovere, e tutti si erano attrezzati per una domenica in casa, e poi non è andata così. Sarà perché sabato sono state presentate le liste elettorali e la campagna è entrata nel vivo. Sarà perché stanno iniziando gli internazionali di tennis e la mondanità romana si sposta per una settimana verso il Foro Italico. Sarà… Stamattina a Roma c’era un’aria e aveva un nome preciso: rosicamento. Eh sì, perché a Roma, da quel gol di Nainggolan, c’avevano fatto tutti un pensierino e si erano già segnati su calendari, agendine e smartphone la data di ieri. Perché va bene l’Atalanta in casa, ma poi il Torino in trasferta è un’altra cosa. Non lo dicevano a voce troppo alta, ma ci speravano, ci facevano conto e affidamento, ci credevano. E nell’attesa fischiettavano e canticchiavano quella musichetta, quel motivetto da martedì/mercoledì sera. Ci credevano a tal punto che ieri, dopo il comodo aperitivo con il Chievo, in tanti avevano gettato la maschera, lanciandosi in una serie di previsioni, auspici e invocazioni tanto speranzosi quanto poco prudenti. Categorico era stato Nainggolan: “speriamo nella sconfitta del Napoli, il Torino però può metterli in difficoltà”, sulla stessa lunghezza Pjanic: "speriamo che il Napoli perda punti, a Torino è sempre difficile, possono mettere in difficoltà chiunque, ci speriamo”. Più sfumati i toni di Spalletti, "a me farebbe piacere se Ventura riuscisse a fare risultato”, mentre l’oscar di giornata va a Rudiger, autore di dichiarazioni spericolate - magari ha ancora qualche difficoltà con l’italiano, come d’altra parte con il pallone - concluse da un improbabile “auguro una cattiva sorte al Napoli”. Ecco, se questi erano giocatori e mister, immaginate i tifosi. E allora non c’è da chiedersi perché stamattina, a Roma, ci fosse un’aria strana.