Rafa Benitez "Il mercato in uscita è chiuso. A Roma per vincere"
Boris Sollazzo
Sorridente, ma ancora un po' teso. Così è apparso l'allenatore del Napoli nella conferenza stampa a Castel Volturno, inziata alle 12.50 circa con una domanda d'obbligo. Chi giocherà su quella fascia sinistra che ormai sembra colpita da un anatema. Senza Britos e Ghoulam, senza Insigne e Zuniga, con un Mertens ancora a mezzo servizio, è quella la fetta di campo che più fa soffrire gli azzurri. "La prima cosa che mi aspetto da tutti i miei ragazzi è la competizione tra loro, la voglia di giocare e migliorarsi è fondamentale per puntare a qualcosa di importante. Mesto e Strinic hanno lavorato benissimo in settimana sulla fascia sinistra, possono giocare entrambi. Aspettiamo domani per capire". Ci si sposta solo un po' in avanti e Rafa non le manda a dire, soprattutto in relazione alle dichiarazioni polemiche del rappresentante dell'esterno d'attacco belga. "I procuratori devono fare il loro lavoro, fare in modo che i loro assistiti trovino la squadra migliore. Mertens non si discute, non pensate ad Arbeloa o chi per lui, il mercato in uscita è chiuso, se si esclude la trattativa con il Varese per Radosevic. Per quello in entrata se ci si presenterà un’opportunità la coglieremo. I procuratori devono stare zitti e i giocatori devono lavorare, proprio come fa Dries che è un grande professionista". A chi teme qualche residuo negativo dell'1-3 contro la capolista, il tecnico di Madrid risponde con calma. "La squadra ha metabolizzato la sconfitta contro la Juventus, nonostante come sia venuta. Il campionato è lungo. E’ stata una partita importante ma non decisiva, come lo è ora questa con la Lazio. Dopo ce ne saranno altre 19". Inevitabile tornare a domenica sera, però il mister fa catenaccio. E poi tira una stoccata in contropiede. "Non voglio parlarne. Dico solo che tutti abbiamo internet. Sapete come funziona no? Digitate la parola chiave. A me ne piacciono diverse, tipo Buffon Parma arbitri, Allegri Muntari Milan, Marotta Sampdoria Lazio Parma arbitri. Mi piace tantissimo metterli su internet e poi ascoltarli, consiglio a tutti di farlo. Noi non siamo nati ieri, ma ci può stare".
Risate in sala stampa, poi si torna sul prossimo impegno. E si parla degli avversari. "La Lazio sta facendo benissimo, complimenti a loro, ma abbiamo fiducia in noi stessi. Guardiamo le ultime quattro partite. Sappiamo che il primo tempo contro la Juve non è stato alla nostra altezza, ma prima abbiamo dimostrato di essere in salute e di poter andare a Roma con la giusta mentalità e vincere". Sulla strategia da scegliere, se attendista o aggressiva, scherza di nuovo. "Un amico, tanti anni fa, mi confidava che un presidente gli diceva sempre “facciamo 3-0 nel primo tempo, poi gestiamo”. Ma non è così facile. Ovvio che dobbiamo puntare sempre a inizi potenti, per poi mettere il match a nostro favore, ma dobbiamo sempre ricordare chi abbiamo davanti. E in questo caso c'è un undici molto forte". Potrebbe essere decisivo il nuovo arrivo, piuttosto inconcludente al suo (difficile) esordio. "Gabbiadini è arrivato qui con una condizione fisica migliore rispetto a Strinic, sta bene, io e lui ci parliamo ogni giorno, anche della sua posizione in campo. Sta andando tutto bene con lui, dobbiamo essere pazienti".
Spesso, guardando la squadra, ci si chiede quale sia il vero Napoli. Se quello che crolla a Bilbao o quello che trionfa a Doha. "Siamo arrivati alla partita contro l’Athletic senza giocare prima partite vere, e questo ci ha condizionato. Ora, che siamo nel pieno della stagione, con il Parma e a Doha abbiamo fatto vedere ben altro, così come a Cesena. Spesso mi riguardo la la partita del 22 dicembre, e i rigori contro la Juventus, mi piace tanto tutto ciò che è successo. Facciamo in modo che si ripeta". E poi se la prende con chi è discontinuo nel giudizio. Anche sui suoi giocatori, come Inler, da tutti dato per partente ma messo fuori mercato ieri dal ds Bigon. "Lo ha già detto Riccardo, Goekhan è importante e non parte. Nessuno, lo dico oggi, il 17 gennaio, parte. Abbiamo fatto tre partite di fila con David Lopez e Gargano e tutti a dire che avevamo trovato l’equilibrio. Perdiamo contro la Juventus e viene fuori la mancanza di palleggio. Qual è la verità? Che servono tutti i nostri giocatori di massimo livello, come Inler e Jorginho. Ora abbiamo in più Gabbiadini e Strinic e non vedo l’ora di riavere gli infortunati. Voglio avere problemi di abbondanza, soprattutto ora che comincia il ciclo di due partite a settimana".
A chi lo accusa di aver cambiato atteggiamento nei due match con i bianconeri, controbatte deciso. "L’approccio è stato simile nellle due partite contro la Juventus, il punto è che è un team molto forte che arrivato a Napoli voleva vendicarsi. Noi non abbiamo fatto il massimo, all’inizio, loro erano in palla. Ripeto, non ci siamo solo noi in campo". E loro erano molto coperti, soprattutto all'inizio. In ogni caso l'allenatore è chiaro nell'atteggiamento che chiederà ai suoi giocatori, domani, negli spogliatoi dell'Olimpico. "Penso che la Lazio sia in fiducia e lo si vede dal fatto che riesce a fare molte reti, soprattutto nelle prime frazioni: quindi non credo farà una tattica attendista. E neanche noi. Stiamo attenti però a concentrarci solo su di loro, non sono i soli pretendenti al terzo posto: Milan, Inter, Sampdoria, Genoa sono formazioni molto pericolose, noi sul campo dobbiamo dimostrare di essere migliori, come abbiamo fatto nell’ultimo periodo". E per tornare grandissimi servono anche di reti che non siano sempre dei soliti noti Higuain e Callejòn. "L’anno scorso abbiamo avuto le reti di Insigne, Mertens, Dzemaili e Pandev, ora sono più le punte a segnare. Spero che torneremo presto al momento in cui sapremo far andare in gol tutti, come un anno fa. Loro sono fortissimi sulla seconda palla e sugli inserimenti dalla seconda linea, sono un ottimo modello. E sono pericolosissimi con le discese e i cross di Candreva. E non solo".
Ma lui non ha paura di nessuno. "Se sapremo arrivare ai livelli dell’anno scorso, non avremo problemi a raggiungere i nostri obiettivi. Il calcio italiano è difficile, tutti lavorano soprattutto sulla fase difensiva e con grande preparazione tattica, ma credo che le nostre qualità ci potranno portare a un grande girone di ritorno". C'è ancora chi riprova a provocarlo su Napoli-Juve, complimentandosi per il famoso "ci può stare" diventato virale sui social. "Ho ironia, mi fa piacere che “ci può stare” sia diventato così apprezzato, ma odio sempre perdere sia chiaro. Io ho lasciato là, non ci torno. Non siamo nati ieri e ci può stare. Punto. Siamo in un campionato in cui le squadre più importanti devono vincere di più, ma a volte qualcosina ci può stare". Tanto per gradire. E allora preferisce ricordare la cornice di pubblico di domenica scorsa, anche se si innervosisce perché gli chiedono un confronto antipatico. "L’atmosfera del San Paolo contro la Juventus è stata bellissima. L’Anfield pure è bello, diverso e più piccolo e raccolto, ma non fatemi parlare oltre perché altrimenti tutti diranno “vuole tornare a Liverpool”. Per me conta solo Napoli e la gente di Napoli, oggi". Speriamo non solo oggi. Si torna a parlare di calcio e di quanto certe assenze siano dolorose. "Il lavoro di Lorenzo (Insigne) manca molto, ha la resistenza per fare alla grande fase d'attacco e fase difensiva. Dries può riuscire a fare anche la seconda ma deve ancora lavorarci molto, De Guzmàn è velocissimo, più di tutti, e molto resistente. Jonathan spesso fa più chilometri di Lopez e Gargano ed è uno dei motivi per cui può giocare in più ruoli".
Sorride ironico quando gli dicono che Lotito, con la Curva Nord squalificata, apre la Sud. "Quando si parla di discriminazione territoriale, si deve reagire con leggi più dure e forti. Solo così tutti capiranno che dovranno andare allo stadio solo per vedere una partita di calcio". E sulla goal technology è ancora più fermo e lapidario. "La tecnologia aiuterà sicuramente il calcio, ma sono felice di avere domani un arbitro di livello mondiale, quindi siamo tranquilli". Rizzoli è avvertito.