Di Antonio Moschella per 'Il Mattino'
In quel di Modena il freddo punge ma il sole scalda gli animi di una squadra in difficoltà che questo sabato ospiterà l’Avellino per la ventitreesima giornata del campionato di Serie B. Hernán Jorge Crespo, tecnico degli emiliani, motiva continuamente i suoi ragazzi durante l’allenamento a porte aperte, un esercizio svolto sempre col pallone nel quale oltre al palleggio l’importante è andare quanto prima alla conclusione. Obiettivo aggiustare la mira per risalire la china in classifica, visto il sedicesimo posto che vede il Modena a 10 punti dagli irpini, settimi.
L’ex centravanti di Parma, Lazio, Inter, Milan e Genoa analizza però anche il campionato di Serie A, la cui classifica marcatori è dominata da Gonzalo Higuaín, suo connazionale ed erede nella Selección e formato come lui nel River Plate. Le parole di Crespo evidenziano l’eccellente stato del numero 9 azzurro: “Come argentino sono felice di quello che sta facendo adesso in una piazza come Napoli. Ha avuto le capacità di mettersi in gioco lasciando il Real Madrid per il Napoli. Ma non facciamo paragoni con Maradona, Higuaìn è Higuaín”. Sulla stessa onda Crespo parla del Pipita rispetto a sé stesso, senza occultare un sorriso: “ Spero che faccia molto più di quanto abbia fatto io, sia in termini di gol che di titoli; Gonzalo ha uno stile di gioco che si avvicina moltissimo a quello che prediligo, è un centravanti duttile che gioca e fa giocare meglio i compagni”.
L’allenatore del Modena, che nella sua carriera ha dovuto battere la concorrenza di centravanti del calibro di Batistuta e Vieri, analizza il gioco di Higuaín partendo dalle differenze con il suo: “È un attaccante diverso, più associativo e costruttore di gioco, ha un dribbling superiore al mio ma forse gli manca la mia abilità nel gioco aereo e nel colpo di testa ed è meno propenso alle acrobazie”. Poi, continua: “Ma l’importante è che, da centravanti, faccia gol, non conta la modalità bensì il risultato, anche se è un attaccante completo con caratteristiche tecniche molto elevate”. Nelle parole di Crespo si evince dunque una profonda ammirazione verso colui che è partito dallo stesso campo di allenamento dei pulcini del River, dove hanno mosso i primi passi altri attaccanti di livello come Maxi López e Saviola, scoperti dallo stesso allenatore che vide un gran futuro nel Pipita, Eduardo Abrahamian, un tecnico che a 13 anni lo spostò da trequartista a centravanti dopo un ‘golazo’ con un tiro al volo ai pari età del Velez Sarsfield. L’ex centravanti non nasconde la sua allegria per le sue prestazioni: “Mi sento felice per il gran momento che sta attraversando perché è un ragazzo d’oro”.
Interrogato sulla titolarità di Higuaín nella nazionale argentina, Crespo ammette che Gonzalo si trova in una situazione complicata, più della sua nella quale competeva con Batistuta: “ Nella Selección c’è la concorrenza di Messi, Agüero, Tevez, Dybala, Icardi, qualcosa che allo stesso tempo fomenta la competitività”.
La chiosa è sul Napoli e sulle sue possibilità di vincere lo Scudetto: “È difficile perché la Juve è abituata a vincere. Per ora il Napoli va bene anche perché nessuno si aspettava che gli azzurri stessero così in alto in classifica in questo frangente. Il momento della verità sarà quando mancheranno due mesi alla fine del campionato, quando bisognerà vincere le partite che contano e non sarà facile. Quando sei un fermo candidato è lì che devi dimostrare che puoi vincere. Il Napoli deve sperare che la Juventus perda qualche punto per strada e a partire da lì fare il passo decisivo, anche perché qualsiasi squadra vinca quest’anno, Juventus a parte, può aprire un ciclo”.