Con il sangue

  • di Antonio Moschella

    Durante gli ultimi cinque anni, per intenderci quelli in cui la Juve ha messo la mani sul campionato italiano in modo a dir poco dispotico, il Napoli ha provato sempre a fare da controcanto, col permesso della Roma e del Milan il primo anno. Nell'ottica di un processo graduale di maturazione e acquisizione di fiducia nei propri mezzi, la stagione scorsa sembrava essere quella buona per tentare il colpaccio e spodestare la Signora dal trono tricolore. Ma, anche con il gioco di Sarri e la presenza del miglior cannoniere di sempre in Serie A, almeno in quanto a numeri, l'impresa è stata irrealizzabile. A mettersi contro gli azzurri c'è stata anche la sorte, che prese le forme in un tiraccio di Zaza deviato da Albiol che sbloccò all'ultimo momento un incontro nel quale il pareggio sembrava ormai marchiato a fuoco e che avrebbe potuto cambiare tutto a livello mentale.

    Quest'anno è diverso, e non è perché il già menzionato bomber ha invertito la maglia ma perché il Napoli sembra non essere più quello scugnizzo sbarazzino che la stagione passata sbeffeggiava spavaldo tutti, bensì è un post adolescente in cerca costante della sua identità. I troppi gol presi e la mancanza di fluidità della manovra in alcuni frangenti, nonché le spaventose amnesie che hanno portato a suicidi perniciosi come quello in casa con il Besiktas. Quella di stasera allo Stadium, dunque, è una disfida sulla carta meno equilibrata di otto mesi fa, anche perché gli azzurri dovranno fare di necessità virtù e schierare un attacco veloce ma leggero, con lo scricciolo Mertens quale spuntone di legno di una piccola nave greca contro la corazzata persiana in quel di Salamina. 

    Eppure, al di là di tutto, in quella che forse è la trasferta più impari a Torino degli ultimi anni, l'unico dovere degli azzurri sarà quello di dare fondo a tutte le proprie energie fisiche e mentali. Non importa che martedì si giocherà nel calderone infuocato di Istanbul. Dall'andamento dell'incontro di stasera può arrivare una svolta emotiva e di animo. Per non avere rimpianti come nell'ultima occasione, il Napoli dovrà dare qualcosa che ultimamente è mancato, quel sangue che bolle costante nelle vene di chi sa lottare, soffrire, e alla fine vincere.

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