Come arrivano i nerazzurri alla sfida di stasera

Fino a qualche giorno fa il pronostico sembrava strizzare l’occhio alla squadra di Mazzarri. Poi Moratti ha pensato bene di caricare la sfida...
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    di Luca Ianni

    Se la Beneamata non avesse vinto 5 degli ultimi 6 derby, Inter-Napoli sarebbe “solo” una delle grandi classiche che ci accompagnano alla chiusura di questa stagione. Accompagnati dalla speranza che col trentesimo scudetto della  j**e gli arbitri e la federazione (la lettera minuscola non è un refuso) abbiano fatto pari e patta con non si sa che cosa, e che quindi dalla prossima stagione le inadeguate giacchette nere cerchino quanto meno di rimarcare una propria autonomia e imparzialità, lo scontro tra Inter  e Napoli assume per i Nerazzurri il siginificato di corcevia della stagione. Un risultato positivo, unito alla contemporanea non-vittoria della squadra pluriretrocessa di Milano ieri sera, ovviamente ci permetterebbe di presentarci al derby, dove la statistica è probabile che presenti il conto, con una fetta di Europa (quella che conta meno) in tasca.

    Tutto filava liscio fino a qualche giorno fa; Inter concentrata sulla partita, Napoli certo del terzo posto e concentrato sulla coppa Italia; un prepartita che ben si addiceva alla necessità nerazzurra di far punti. Ma....qualcuno, che ancora rappresenta ahimè una parte di minoranza del pacchetto azionario dell’Inter, ha dovuto caricare la sfida; ha dovuto parlare di Benitez, ha dovuto svegliare il can che, se certamente non dorme, non mostrava istinti bellicosi. E allora stasera sarà partita accesa, dura, con Rafa che cercherà di dimostrare di essere il più bravo (e questa sua presunzione a volte gli è fatale) e il Toscano che proverà in tutti modi  a far punti, vero e unico obbietivo della stagione e del neoproprietario Tohir.  Tutto può succedere; non sto nemmeno a dilungarmi sulla differenza tra le due rose, sulla superiorità tecnica e la freschezza del Napoli nei confronti di una squadra ancora senza identità e mediocre.

    Intendiamoci su due aspetti: che la squadra sia ancora senza identità è più che fisiologico; siamo, finalmente, all’anno Zero (con tre anni di ritardo).  E mediocre non è da intendersi in senso spregiativo: mediocre nel senso di medio, di squadra che non avendo grandi individualità è spesso in balìa della sorte. E questo potrebbe essere il paradossale punto di Forza dell’ Inter, che viaggia sull’ onda del numero 4: quattro partite racimlando pochi punti (e magari meritandone di più), quattro partite facendo quasi bottino pieno (e magari meritandone di meno). Per ora siamo a due (Doria e Parma), speriamo di arrivare a quattro con Napoli e bbilan (noi lo scriviamo così). Così è, e il paradosso dei paradossi vuole che, contro Napoli, meravigliosa città di cultura, cabala e supestizione, io mi debba attaccare alla Dea Bendata.

    San Gennà (ehm, pardon, )...Sant’Ambreous, pensaci tu !!

     

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