di Tania Sollazzo
Se con Mazzarri si parlava di prima e seconda squadra con Benitez si cambia totalmente registro. La formazione che ieri è scesa al San Paolo contro l'Atalanta è assolutamente inedita. In difesa Armero, Raul Albiol, Paolo Cannavaro e Mesto mentre a centrocampo si rivede Dzemaili e in attacco Pandev con Insigne sulla destra e Mertens a sinistra. È un turnover completo, eppure c'è sintonia nonostante un po' di gioco confusionario nel primo tempo. Nella ripresa però la squadra partenopea prende le misure e inizia a macinare gioco, questo Napoli è a tutti gli effetti una squadra, possono cambiare i protagonisti ma l'impostazione di gioco e il carattere restano sempre invariati. Benitez riesce a fare gruppo e a dare serenità, la dimostrazione è nella prestazione di Paolo Cannavaro che, nonostante tutte le polemiche sul suo mancato utilizzo (non da parte sua, ha fatto di tutto per fare spogliatoio), ieri ha giocato una splendida partita, dimostrando che lui è sempre a disposizione. La panchina non è più una punizione ma uno stimolo, gli impegni sono tanti e tutti possono giocare e questo non è più un modo di dire ma è la realtà di Benitez. Questa squadra deve credere nella sua forza, nessun giocatore è più importante di altri e la dimostrazione è che anche senza le reti di Hamsik si vince.
Ora però bisogna pensare a mercoledì all'impegno con il Borussia Dortmund, bisogna tenere i piedi per terra e giocare con convinzione e serenità come abbiamo fatto finora. Benitez dovrà lavorare molto e per la formazione oramai ha l'imbarazzo della scelta perché ora lo possiamo dire: il Napoli ha davvero una panchina lunga.
Autore
Tania Sollazzo
Mi chiamano la NapoleNana e penso che ciò basti per farvi capire due cose fondamentali di me. La prima è che adoro il Napoli, la seconda è che nella botte piccola c'è buon vino. E sono la protagonista femminile del libro #Chevisietepersi. Gioco a calcio.