De Giovanni: «Vorrei Mascherano, Criscito e Skrtel. Dobbiamo fare risultato a Dortmund, anche per spendere il massimo a gennaio»
di Errico Novi
Maurizio De Giovanni, autore letterario sopraffino e anche di racconti calcistici squisiti (tra cui due Juventus-Napoli mitici), prova a fare il punto sulla sua squadra, il Napoli. E non solo. Ai microfoni di Manà MaNapoli, intervistato da Boris Sollazzo ed Enza Civale nel solito appuntamento settimanale, ci tiene intanto a dire la sua sui famigerati cori dello Juventus Stadium. «La discriminazione territoriale – quasi a voler smentire quel De Laurentiis che l’ha sminuita – è un fenomeno particolarmente odioso, mostra che questo popolo, questo Paese non capiscono che per uscire dal pantano in cui ci troviamo serviamo tutti. Uniti e non così divisi. E il mio disgusto aumenta al pensiero dal colpevole silenzio delle istituzioni e alle società che si mostrano come ostaggio e vittime impotenti e rassegnate di queste vigliaccherie. Sono in uno stato di schiavitù».
Rassegnazione che De Giovanni non prova per la situazione del Napoli. «È indiscutibile che la Juventus abbia dato una grande dimostrazione di forza domenica, soprattutto nei suoi uomini chiave come Pirlo, Pogba, Vidal e Barzagli. Se a questa squadra regali un fuorigioco e gli risparmi un rigore, ovviamente falsi la partita. Si parla di centimetri? Ragazzi, non conta la misura, ma il fatto che sia evidente. E lo era. Poi, per carità, abbiamo meritato di perdere, anche se non con quel passivo. Ma non nascondiamoci: l’arbitro è stato determinante». Sulle difficoltà tecniche e tattiche, è altrettanto chiaro. «La difesa è il cuore dei nostri problemi. Soprattutto nel suo essere incerta e insicura, anche se a Torino abbiamo perso a centrocampo, in cui mai abbiamo saputo ovviare alla superiorità numerica bianconera. Il punto è chi ci ha segnato, a mio parere, e chi poi ha difeso quel risultato. I tre goleador, Llorente, Pirlo e Pogba, sono arrivati alla Juventus a parametro zero. Noi dobbiamo chiederci perché quei giocatori disponibili a tutti sul mercato, proprio perché svincolati, noi non riusciamo a portarli mai a Napoli. Forse non ci crediamo abbastanza? Pogba ha firmato un quinquennale da 1,1 milioni di euro quando nessuno poteva prevedere la sua forza e giocava nelle riserve del Manchester United. Noi al massimo prendiamo Reveillere, 34enne con un serio infortunio alle spalle. E poi abbiamo Inler, Behrami, Dzemaili e nessun giocatore che sappia cambiare gioco e passo a centrocampo, Higuain non ha alternative dal momento che Zapata mi sembra un Dumitru più forte fisicamente e infine ci sono solo tre mancini in rosa, Pandev, Armero e Britos, carenze gravi per una squadra d’alta classifica. E bisogna pensare alla difesa, appunto: la terza scelta dei piemontesi, Ogbonna, che veniva dopo Chiellini e Caceres, entrambi infortunati, è migliore del nostro secondo titolare, Britos. E di tanto. E non oso pensare a cosa avverrebbe se Raul Albiol si fermasse. E deve farlo, sta giocando troppo». Inevitabile quindi intervenire sul mercato con le risorse promesse dal presidente. «Se sono accessibili, vanno presi Skrtel, proprio per dare fiato ad Albiol, che ha già giocato più minuti di quelli che ha fatto al Real Madrid negli ultimi tre anni, e uno tra Mascherano e Gonalons. E poi io sono un appassionato di Criscito, che metterebbe a posto due caselle e che se avessimo preso nel 2011 avrebbe forse cambiato la nostra storia sportiva, migliorandola ancora». Ma lo scrittore, comunque, è ottimista. «Il Napoli deve fare ciò in cui riesce meglio: riscattare le delusioni con grandi vittorie. In questo senso Dortmund è determinante, si deve fare risultato contro una squadra fortissima ma che ora ha qualche problemino in campionato, che ha subito tre sconfitte consecutive e che ha perso anche un grande giocatore come Subotic per infortunio. Dobbiamo qualificarci il 26 novembre, anche perché questo ci darebbe più tempo per ragionare sul mercato di riparazione al meglio: sappiamo tutti che i soldi della qualificazione agli ottavi sono decisivi per gli investimenti futuri».
E tra scudetto e finale di Champions League, Maurizio sa cosa scegliere. «Lo scudetto. Quello ti fa finire sulle prime pagine dei giornali, quello ti porta entusiasmo e felicità più di ogni altra cosa. Se sei un vero tifoso. E quello, infine, rende persino la città migliore davanti al resto del Paese».
E ti consentirebbe di uscire dal Buio, che non a caso è il titolo del romanzo che De Giovanni ha annunciato a Manà MaNapoli di aver appena consegnato al suo editore.