Cari amici tifosi del Nord, speriamo che il Vesuvio si svegli…
di Francesco Bruno
Ormai ci siamo abituati. In ogni turno di campionato va in scena sugli spalti di tutt’Italia il solito spettacolino. Non importa se il campo veda come protagonisti gli azzurri, ogni partita è l’occasione buona per intonare cori anti Napoli, con la scusa di voler contestare le inique e inappropriate norme sulla discriminazione territoriale imposte dalla Federazione. A dire il vero qualche passo in avanti la giustizia sportiva lo ha compiuto. Si è passati dalla scandalosa retromarcia sulla chiusura di San Siro in occasione di Milan-Udinese all’invenzione della sanzione sospesa, pena, in caso di successiva reiterazione, la chiusura del settore da cui sono originati i cori discriminatori. Questa interpretazione della normativa, che nel caso della Roma ha portato alla chiusura prima della Curva Sud e poi dei Distinti, continua a suscitare reazioni contrastanti.
Ma cosa succederebbe se il nostro vulcano decidesse davvero di svegliarsi? Basta navigare un po’ nel web per capire che si profilerebbero delle simpatiche conseguenze per i nostri amici settentrionali. La Protezione civile ha, infatti, predisposto un piano di emergenza che prevede il trasferimento in Comuni del Centro-Nord di centinaia di migliaia di campani che vivono alle pendici del Vesuvio. Da Barra, San Giovanni a Teduccio e Ponticelli fino a Scafati, Nola, Pomigliano e Poggiomarino, solo per citare alcune località, partirebbe un esodo biblico alla volta di regioni come Toscana, Piemonte, Lombardia e Veneto.
Ora, una volta superata l’ilarità che suscita il solo pensiero della nostra Protezione civile alle prese con l’attuazione di un piano di simili proporzioni, quasi quasi ci sarebbe da auspicare il risveglio del Vesuvio. Ma ve l’immaginate la faccia dei nostri amici pseudotifosi di ogni parte d’Italia nel veder arrivare, nel giro di quarantotto-settantadue ore, orde di napoletani terremotati che, sbarcando da ogni mezzo di trasporto possibile, si stabilirebbero nelle loro ridenti e tranquille cittadine, con il rischio, tra l’altro, di probabili epidemie di colera? Interisti e milanisti, juventini e veronesi, tutti si troverebbero a coabitare con tifosi napoletani che illuminerebbero d’azzurro quelle lande tristi e nebbiose. Altro che Oh mia bela Madunina e La porti un bacione a Firenze, si ascolterebbero soltanto ’O surdato ’nnammurato e ’O sole mio. A pensarci bene, l’idea non è poi così male. Come dicono loro, Vesuvio pensaci tu.