Latina-Napoli 0-5, il Napoli vince e convince. C'è un caso Gabbiadini?

Ottima prova degli azzurri: dopo aver dominato senza preoccupazioni e senza reti nel primo tempo, dilaga nel secondo. Sugli scudi El Kaddouri - doppietta appena entrato -, Manolo segna e non esulta polemicamente
  • Il Mattino

    di Boris Sollazzo

    Nessun trionfalismo. A pochi chilometri da Latina, all'Olimpico, la Roma batteva 6-0 il Siviglia, con uno Dzeko pazzeco (finirà poi 6-4 dopo una rissa-avvertimento degli iberici). Ma, certo, che la nostra più modesta cinquina contro i cadetti e non contro i detentori dell'Europa League, fa sorridere. Ed è forse il primo tempo a rincuorare di più. Contro un Latina molto volitivo e persino cattivo, il Napoli è ordinato, fisico, capace di applicare schemi in velocità, pressare, difendere. Non segna, anche perché Hamsik e Insigne, ispiratissimi, sono però troppo egoisti, Callejòn si impegna e Higuain è ancora fuori forma e fa in tempo solo a mostrarsi a suo agio nel modulo sarriano, ma perdendo ritmo piuttosto in fretta. Dietro, il migliore è sempre Vlad Chiriches, con due interventi difensivi eccellenti e una mezza rovesciata bellissima ribattuta sulla linea da Corvia: in una campagna acquisti in cui anche gli scarti costano quanto Thiago Silva, aver pagato 6 milioni e rotti il capitano della Romania rischia d'essere l'affare dell'anno. Hjsay mostra le incertezze di Oporto, Albiol è falloso ma determinato, Ghoulam ancora indietro con la forma. A centrocampo Valdifiori mette ordine, Allan prosegue lentamente il recupero della forma, Hamsik da mezz'ala è propositivo e rinato in avanti ma quasi nullo in fase passiva, creando uno squilibrio forte nei meccanismi perfetti della testa di Sarri. Finisce 0-0, ma il Napoli non rischia nulla e davanti si vedono persino schemi su calcio da fermo e blocchi. Da non crederci.

    Nel secondo tempo avvicendamenti e abbassamento di ritmi aprono le porte della goleada agli azzurri, che comunque non si disuniscono anche quando potrebbero distrarsi. Il primo gol è poesia. Recupero palla di Hjsay sulla sinistra, passaggio rasoterra a Insigne che con un tacco no look libera Hamsik al limite dell'area. Rasoiata di Marek e gol. Esce il capitano per David Lopez e così Insigne, Callejon e Higuain per El Kaddouri, Mertens e Gabbiadini, con il mister che così manda messaggi chiari sulle gerarchie attuali in squadra. E Omar prova subito a sovvertirle: doppietta in un minuto. Mertens sulla destra fa un'azione personale delle sue, poi libera l'italo-marocchino che con un ottimo movimento mette fuori tempo la difesa di Iuliano e appoggia in rete. E sempre dalla sinistra Omar neanche 60 secondi dopo ci pensa da solo: finta, controfinta, penetrazione e rete. E sfiora persino la tripletta, se non fosse che i portieri del Latina - questo non sembra cambiato rispetto allo scorso anno - oggi sembravano Buffon e Neuer. C'è tempo per vedere una parata con la mano di richiamo di Pepe Reina - che bello non giocare più con i portieri volanti - e poi nel finale segna con un siluro Gabbiadini, fino a quel momento invisibile e che non esulta tenendo il muso, poi Jorginho segna su rigore procurato da una discesa di Maggio alla Alberto Tomba dei tempi d'oro, con doppio slalom a supervelocità. Due miracoli: Maggio che torna lui e un penalty segnato.

    Niente trionfalismi, dunque. Ma un Napoli così qualche sorriso ce lo strappa.

    Condividi questo post