Extravascio, Don Ciro saluta il campionato dopo l'ultima giornata
Stop, finito, campionato ‘nzerrato! Un campionato da record doppo ‘e lamiente della cessione-Cavani, doppo ‘e tarantelle a suon di profezie ca ‘stu Napule nun valeva niente. Numeri importantissimi e record come: gol fatti in stagione (bucata quota 100), vittorie fatte fore casa, qualificazioni consecutive in Europa, una Coppa Italia e il maggior numero di calciatori in rosa convocati per le Nazionali. Onestamente, jamme… che ce putimmo dicere a De Laurentìs e pure a Don Rafèle? Sulo applausi e grandi meriti!
Doppo tutto chello ca è succieso nella maledetta serata di Roma, si è giocata l’ultima di campionato (Napoli-Verona) a porte chiuse, ma la partita, allietata con un contorno di migliaia di bambini, ce ha lassato nu ricordo ‘o veramente emozzionante. Creature educate e festose. ‘Na lezzione ‘e civiltà sia delle creature che degli educatori che li accompagnavano. ‘Nu creaturo ‘e 10 anni nell’entusiasmo generale ha chiesto se poteva urlare “juve merda”! Ma la maestra Palma Di Pasquale, che conosce benissimo la nostra Donna Lucia, lo ha sgridato perché Napoli doveva dare un grande esempio di civiltà in una situazione di squalifica del campo dove tutti, come al solito, ci avrebbero guardato pronti a giudicare pure ‘a semenzella cchiù piccerella. Una maestra, ha fatto quello che nello stadio juventino nunn’ hanno saputo fà quanno, pure a porte chiuse per una squalifica dovuta a cori offensivi contro a nnuie napulitane, la decenza avrebbe chiesto agli uomini di domani, di comportarsi civilmente. Fin quando si andrà allo stadio a urlare CONTRO gli altri e non a tifà sulo per la propria squadra, nun se cresce in civiltà e competenza.
Il popolo napoletano è famoso per la sua accoglienza, quella riconosciuta virtù da non far mai sentire straniero chi viene da fuori. Accoglienza e non diffidenza; comprensione e non timore; amore (inteso come apertura) e non odio. Il DNA dei napoletani è immune dalle discriminazioni, il razzismo nunn’è arte nosta!
Le diverse dinastie succedutesi a Napoli e le diverse religioni istituzionali ci hanno formato così. Siamo migliori e anche gli addetti ai lavori con le loro dichiarazioni (vedi quelle di Seedorf) ce lo riconoscono, pruvàmmoce a dimostrarlo sempre!
‘O ssapite ca ‘o primm’esempio di struttura sociale senza discriminazioni fu la comunità di San Leucio (CE) che assicurava pari diritti, doveri e meritocrazia tra uomini e donne? La lungimiranza progressista di Ferdinando IV di Borbone partorì lo statuto di San Leucio in cui l'educazione era ritenuta origine della tranquillità pubblica per prevenire che ‘e guagliune non diventassero scustumati e delinquenti. La buona fede era ritenuta la principale virtù sociale, la meritocrazia unica distinzione in una società dove tutti gli individui erano ritenuti uguali. La politica di governo doveva fondarsi sulla “pubblica felicità” e in Europa ebbe larghi consensi prima di essere spazzati dalla rivoluzione francese e da quella napoletana del 1799.
‘O ttenimmo! ‘Sta cultura c’appartène: diventammo esempio comme fuie allora per il mondo intero!
Dell’indole del popolo napoletano se ne parlava proprio stammatina cu’ Don Salvatore. È con le raccomandazioni ed il sistema già fallimentare dei Savoia che le cose sono peggiorate, soprattutto al Sud, quando non ci lasciarono manco ll’ uocchie pe’ chiagnere e chi appoggiò il nuovo Governo vulette avè il suo tornaconto…
Riguardo al campionato appena concluso, Don Salvatore si è dichiarato “speranzoso”. <<Sotto ‘a prova se canosce ‘o mellone!>> mi ha detto primma ‘e sagliere a magnà. E da tutto quello che abbiamo visto, non posso che ribadire che chist’anno ‘e prova è gghiuta bbona, sapimmo tutte quante le difficoltà che ha passato Don Rafele ‘ncoppa ‘a panchina, ma ci ha fatto divertire. Siamo fiduciosi che Bigon porterà altri bravi giocatori ed il progetto andrà avanti alla grande. FORZA NAPOLI SEMPRE!!