Ayrton Senna e quel sorriso bagnato dalle lacrime
di Francesco Albanese
Primo maggio 1994 il mondo piange la morte di Ayrton Senna, per molti il più grande pilota di tutti i tempi. Un lutto ancora vivo a vent'anni di distanza e non soltanto per i brasiliani. “Ayrton aceleramos juntos o tetra es nosso” c'era scritto sullo striscione che quell'estate la Selecao srotolò al centro del campo, dopo aver vinto il suo quarto mondiale contro l'Italia ai rigori.
Questa ricorrenza per i tifosi del Napoli da sempre ha un sapore particolare. Quello stesso giorno di vent'anni fa la squadra conquistava una qualificazione Uefa che a inizio anno pareva impossibile. Ayrton moriva e Di Canio siglava il gol dell'uno a zero in trasferta contro il Foggia di Zeman, grazie ad un clamoroso errore del portiere Bacchin.
Era il Napoli fondato sui prestiti e sulle scommesse (Ferlaino era appena stato travolto da Tangentopoli), costruito con sapienza da Ottavio Bianchi che individuò in Marcello Lippi l'uomo giusto per risollevare gli azzurri. Il viareggino fu bravo a creare un mix di esperienza (Ferrara, Thern, Bordin, Corradini), gioventù (Cannavaro, Pecchia, Taglialatela) mestiere (Bia, Gambaro, Buso) e talento (Fonseca e Di Canio), una squadra che nel giro di poche settimane si affermò come la sorpresa del torneo centrando risultati importanti.
Allo Zaccheria di Foggia per l'ultima giornata si disputava un vero e proprio spareggio Uefa con la Roma di Mazzone spettatrice interessata. Con fortuna e bravura il sesto posto fu centrato, ma dentro di noi rimase come un'ombra. Come se la gioia per quella piccola resurrezione sportiva non potesse essere vissuta a pieno. Intorno era tutto uno scorrere di lacrime per quanto accaduto a Imola, ma si viveva come sospesi. Insomma il dolore per Senna e la felicità per quel piccolo, ma significativo, traguardo della qualificazione in coppa Uefa agivano in noi come due spinte opposte.
Una sensazione di conflitto mai provata prima. Pianto e sorriso solcavano il viso nello stesso istante. Qualcosa di simile sarebbe accaduto circa un mese dopo con la morte di Massimo Troisi. La notizia della sua scomparsa lasciò di sasso eppure era impossibile trattenere la risata nel rivedere i vecchi sketch della Smorfia. Scusa Ayrton, scusa Massimo. Grazie Ayrton, grazie Massimo.