La terza gamba di Mertens (non è il titolo di un film porno)
di Errico Novi
REINA – Uno passa la vita a studiare le punizioni di Roberto Carlos, Cristiano Ronaldo, Pirlo, Eto’o. Poi arriva Calaiò. E capisci che hai sprecato i tuoi anni migliori. GARELLA
REVEILLERE – L’abbiamo visto pure a destra, grazie. Le sperimentazioni sulle conseguenze dello sport agonistico nella terza età sono finite o dobbiamo vincere il premio Nobel? BACCIN
FERNANDEZ – Pare un nazionale argentino. Peccato c’abbia messo così tanto a scuotersi che ad Albiol, intanto, gli è venuto l’esaurimento nervoso. FERRARIO
ALBIOL – Mo’ so’ cazzi vostri. GIUBILATO
GHOULAM – In Francia una squadra così le vincerebbe tutte 5 a 0, tranne che col Psg. Faouzi non capisce, e visto che non sembra il tipo da cadere in depressione, Mertens e Jorginho rischiano di beccarsi un paliatone pure da lui. FILARDI
BEHRAMI – Quando ha visto la pettinatura di Matuzalem ha pensato: e questo si è vestito da Carnevale? LUCA FUSI
JORGINHO – Troppo perfettino, certe volte. Jesc, tuocc ’e femmen. BIGICA
CALLEJON – L’altro che sta pregustando il mazziatone a certi compagni troppo leziosi (comunque quel dribbling nel primo tempo lo avevamo visto fare solo a Lui e a Careca). BAGNI
HAMSIK – Purtroppo in lui c’è un lato fantozziano che spesso si sottovaluta: quando comincia a sbagliare non si ferma più. Caro Rafa, farlo tornare l’Hamsik dell’anno scorso è la tua missione. BENNY CARBONE
MERTENS – A un certo punto nel primo tempo c’è venuto un dubbio: ma questo c’ha tre gambe? Perché fa tutto così velocemente e con una tale efficacia che forse gli ispettori federali dovrebbero controllarlo un attimo. Poi nella ripresa comincia ad andare fuori giri. Insomma è l’emblema del Napoli visto ieri: genio, sregolatezza e una faccia da paccheri. NINO MUSELLA
HIGUAIN – La palla alzata sull’uscita del portiere, in corsa, di sinistro, da posizione defilata, è un capolavoro che entrerebbe nella storia, come il gol di Careca a Stoccarda. Poi come certi artisti geniali si abbandona sulla sedia a contemplare l’opera. E la lascia ammuffire. EDMUNDO (quando voleva, Edmundo era un grande)
INSIGNE – Prima di farlo entrare Benitez gli spiega tutto con meticolosa cura. Lui fa sì con la testa. Ma in realtà non c’aveva capito nulla. VAGHEGGI
INLER – Gli verrebbe voglia di mettersi a piangere. Pure a noi. BORDIN
PANDEV – Dagli una palla al centro dell’area, attorniato da cinque avversari, e lui la stoppa, la nasconde, la finta, l’accarezza e la segna. Mettigliela sul piede da fallo laterale, a trenta metri dalla porta, e se la fa rimbalzare sullo stinco come un DUMITRU qualsiasi.