Da Benitez a Sarri, come sarà il nuovo Napoli?
di Francesco Bruno
Con il ritiro a Dimaro la stagione azzurra 2014-2015 è finalmente iniziata. Il calcio giocato si affianca alle chiacchiere del calciomercato e i tifosi si chiedono come scenderà in campo il nuovo Napoli di Sarri. Gli allenamenti in Val di Sole stanno fornendo le prime indicazioni tattiche. Il tecnico toscano ha in mente due soluzioni, il 4-3-1-2 e il 4-3-3. Nel primo modulo il vertice basso e quello alto del centrocampo sono i due ruoli chiave, ricoperti in questi primi giorni di allenamento da Valdifiori ed Insigne. Nel 4-3-3 i movimenti sono differenti e in fase di non possesso somigliano piu' a quelli di un 4-1-4-1, con Jorginho in grande spolvero e Callejon e Mertens esterni offensivi.
Ma al di la' dei numeri, che possono anche essere considerati un mero tecnicismo, che cambiamenti possiamo aspettarci da Benitez a Sarri? In primis, probabilmente, l'approccio alla gara. Sarri viene descritto come un metodico nel preparare le partite e nel caricare i suoi giocatori. D'altra parte, ripensando a Napoli-Empoli ed Empoli-Napoli dello scorso campionato, abbiamo ben chiara l'aggressività con cui i toscani imbrigliarono il “sin prisa sin pausa” di Rafa Benitez. Ma ad essere molto differente è la filosofia di gioco. Abbiamo imparato nei due anni appena trascorsi come Benitez orientasse anche i movimenti della difesa in un'ottica offensiva. Da quel che si è visto finora a Dimaro, dovremmo assistere a movimenti in campo finalizzati, anche in fase di possesso palla, alla miglior copertura possibile. Sarri e Valdifiori, che conosce a memoria il modo di intendere il calcio del mister toscano, hanno parlato in conferenza stampa di cinque giocatori sempre dietro la linea della palla e di difesa aggressiva che punta alla riconquista del pallone cercando subito la porta. Una sorta di copertura preventiva, dunque. Gli azzurri dovranno muoversi, anche quando la palla sarà loro, in modo tale da garantire copertura e compattezza in ogni zona del campo.
Sembrerebbe una vera rivoluzione, dunque. Per far bene gli azzurri dovranno mostrare grande capacità tattica e grande capacità di concentrazione. Caratteristiche per cui, l'anno passato, non hanno certo brillato. Ma dal primo giorno di ritiro al debutto in campionato saranno trascorsi piu' di due mesi, un tempo sufficiente per assimilare i dettami tattici del nuovo allenatore. E poi, c'è da essere ottimisti. Le notizie che rimbalzano da Dimaro raccontano di calciatori azzurri che, ad ogni allenamento, si precipitano in gran numero ad aiutare i collaboratori del tecnico toscano nel trasporto delle porte per le partitelle a campo ridotto. Una scena che puo' sembrare banale, ma che spiega come il gruppo azzurro abbia sposato con entusiasmo e partecipazione il nuovo corso sarriano.