Simm gente e core

La prospettiva del ritorno di Lavezzi porta al classico bivio tra romanticismo e razionalità
  • Di Antonio Moschella

    Il primo amore non si scorda mai. In effetti Ezequiel Lavezzi è per molti napoletani il primo amore di questa tappa targata De Laurentiis. I giovanissimi sono stati svezzati dalle sue galoppate,mentre i più anziani l’hanno accolto come un nuovo scugnizzo,ma ormai disamorati dopo aver vissuto gli anni d’oro. Chi,come me, è nato all’arrivo del Messia ed ha vissuto di flash azzurri e di racconti del proprio padre su come tutti tremavano di fronte a D10S, ma che di lui non ha che una miriade di cassette impolverate su una mensola, ha visto nel Pocho il ribelle ignorante che sfidava il mondo, prendendo per mano il Napoli neopromosso e rinfiammando il San Paolo con finte, colpi di genio e movimenti da cavallo pazzo, quelli che piacciono a noi, per intenderci.

    I napoletani sono ‘gente e core’, è innegabile. Quando si innamorano rischiano di rimanere ingabbiati in quel sentimento per tutta la loro vita. Personalmente, nessuno dal vivo mi ha fatto vibrare tanto come il Pocho con la maglia azzurra addosso. L’urlo dopo il terzo gol al Chelsea e la corsa su Storari per il rigore dell’1 a 0 contro la Juve in quello storico 20 maggio 2012 sono due tatuaggi che resteranno per sempre sulla mia pelle di tifoso. E quella maglietta gettata con la sua firma dopo avergli fatto la posta per oltre un’ora di un hotel di lusso a Barcellona - nel quale non mi sarei potuto permettere neanche una bottiglia d’acqua - sancì definitivamente la mia dedizione per lui, il più napoletano degli stranieri mai venuti sul golfo dopo sua Eccellenza Maradona I.

    Ora, l’ipotesi di un suo eventuale ritorno mi fa ridere. E non poco. Ieri sera il Pocho si è dilungato in dichiarazioni nostalgiche, melense ma anche troppo politicamente corrette per essere vere o, quantomeno, per avere al di sotto un sostrato concreto. Siamo sicuri che nel Napoli del futuro, resti Benitez o meno, Lavezzi potrà essere quello che era prima? Siamo sicuri che il Napoli possa dargli quegli stimoli di cui lui ha bisogno per sentirsi ancora vivo, alla soglia dei trent'anni?

    Il cuore e la ragione che si scontrano sono alla base della conflittività intrinseca di ogni essere umano. Anche di quelli più istintivi e di quelli più calcolatori. Da che parte penderà la bilancia del Pocho. E del Napoli? Rivederlo brucare l’erba del San Paolo mi riempirebbe di gioia. Ma confesso che non so se possa realmente servire a questo Napoli che va verso il futuro. È un po’ come se la tua ex ragazza confessa a quelche amico in comune di pensare ancora a te, mentre tu stai iniziando a dimenticarla. Per questo a volte è meglio scordarsi il passato, o meglio ricordarlo con gioia, ma guardare oltre. Verso il futuro. Anche se fa male.

    Condividi questo post