AAA Identità cercasi per il Napoli, ci vorrebbe Lello Arena...

La maglia azzurra ormai è una rarità e a pensarci bene pure il Ciuccio ormai è scomparso. E riviene in mente il finale di "No grazie, il caffè mi rende nervoso".
  • di Nello Del Gatto

    E se il problema fosse l'identità? Non voglio fare il Freud di noiantri, ma che questa squadra manchi di personalità mi pare chiaro. Dopotutto, che fine hanno fatto i nostri simboli? Qualcuno mi può dire perchè abbiamo abdicato ai nostri colori prima per un giallo canarino, poi per un camouflage del cacchio e ora per un jeans? Ma chi le pensa ste cose, lo sa che l'azzurro è storicamente il colore della città borbonica, che è il colore ufficiale della provincia di Napoli, che è l'inconfondibile biglietto da visita della nostra città?. Forse no, come non sa che il jeans è una invenzione in parte francese e in parte piemontese (due popoli molto vicini anche storicamente a Napoli...), è nato per vestire gli operai. Se l'intento è quello di far sentire operai i nostri calciatori, apprezzo lo scopo ma rivoglio l'azzurro. E' il colore delle mie sciarpe da bambino, delle bandiere che sventolavo, delle cronache di Necco e dei lanci di Paolo Valenti. L'azzurro è quasi scomparso anche dal sito, oltre che dalle maglie. Rivoglio l'azzurro, come rivoglio il ciuccio. Il Napoli senza ciuccio è come la Ferrari senza cavallino rampante. Si, chiamatemi vecchio, chiamatemi nostalgico, di quelli per cui Napoli è pizza, Vesuvio, mandolino e sfogliatella. I colori sociali sono un valore, sono quello che ci hanno contraddistinto. Ve lo immaginate Martellini o un altro che commentano Napoli-Roma con un "I Jersey hanno tenuto il campo contro i giallorossi...". Non si può sentire. Mi sembra di rivivere "No Grazie il caffè mi rende nervoso". I cambiamenti se vanno a migliorare sono necessari, ma se rimuovono soltanto per "moda" una situazione oramai definita, non funzionano. Chiediamo spesso ai giocatori di essere attaccati alla maglia e di rispettarla. Si, ma a quale? Per cui, chiederei, parafrasando Lello Arena/Michele Giuffrida nell'ultima scena del film su citato, "Ne, ma pecchè, che tiene a ricere c'o celeste?".

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