Chievo-Napoli 1-2, il pagellone
Rafael 5.5; Maggio 6.5, Albiol 6, Britos 5.5, Strinic 6.5; Lopez 5.5, Jorginho 5; Gabbiadini 7, De Guzman 5, Mertens 6; Higuain 6.
Callejon 6.5, Gargano 7, Hamsik 6.
Benitez 6.5
Da quando hanno acccusato Benitez di non aver capito il nostro calcio, il Napoli vince giocando all'italiana. Nereo Rocco sarebbe fiero del suo allievo spagnolo, Arrigo Sacchi pure, perché pochi ricordano che il profeta di Fusignano era un maestro del catenaccio a velocità supersonica. E' un Napoli brutto ma tenace quello che vince nella fatal (Chievo) Verona: si fa regalare una rete, la restituisce subito con sportività, poi si affida a una penetrazione di Strinic da manuale e a una grande giocata del migliore in campo, Manolo Gabbiadini. Poi, come sempre, sbagliamo l'impossibile davanti alla porta concedendo a Radovanovic una serpentina degna di Cristiano Ronaldo. Ma poi il serbo si ricorda di aver già segnato una rete a noi da 35 metri alla Ronald Koeman e gli sembra troppo.
Dietro soffriamo, ma non può essere altrimenti: senza Koulibaly abbiamo Britos in mezzo. Su Pellissier. Crediamo non serva dire altro. In più Raul Albiol gioca abbastanza bene, ma si permette due stupidaggini che potevano costarci troppo. Meglio ai lati: Strinic, dopo un inizio fatto di appoggi sbagliati e di qualche errore di valutazione, cresce e con una discesa sulla sinistra da fluidificante d'altri tempi elude il diretto avversario e poi appoggia su Gabbiadini. Dall'altra parte è il solito Maggio di questo 2015, magari arruffone ma grintoso, in palla e cattivo il giusto.
Le note dolenti sono, come spesso accade, sulla mediana: Jorginho è lento e involuto, David Lopez si sveglia solo a metà secondo tempo. Davanti Dries Mertens cresce, troppo lentamente, ma cresce, Jonathan De Guzmàn è confusionario e sbaglia di nuovo una palla davanti alla porta che era più facile da insaccare che da mandare oltre la traversa, ma basta un Manolo Gabbiadini implacabille a far dimenticare tutto: provoca l'autogollonzo del Chievo e poi ci regala la vittoria con una giravolta e un tiro piazzato degno di Higuain. Già, Gonzalo: oggi non fa granché, ma lo fa bene. E soprattutto torna indietro, fa l'uomo squadra, scuote i suoi nei momenti decisivi. Gioca da capitano, come fa in fondo anche Marek Hamsik che nei suoi venti minuti sfiora un gol all'ultimo e tiene palla il più possibile.
La bella notizia, poi, è che il buon Benitez azzecca i cambi, pur se come sempre ritardati. Callejòn alza il baricentro e crea pericoli in quantità, Marekiaro fa il suo, Gargano giganteggia e nel nostro centrocampo colabrodo innalza una diga, fatta di determinazione e lucidità.
Avanti così, Napoli. Per la prima volta il secondo posto è più vicino del quarto. Una giornata disegnata apposta per noi ci aiuta a godere di più e per questo ringraziamo Empoli, Cesena e Torino.
E ora ci aspettano due partite fondamentali al San Paolo, che deve tornare il nostro tempio inespugnabile.
(Tania Sollazzo, Francesco Albanese, Dario Bevilacqua, Boris Sollazzo, F. V., Domenico Zaccaria)